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Commento alla Sentenza Cass. pen., Sez. VI, n. 41498/2024: Misure Cautelari e Associazioni Mafiose

La sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 41498, emessa il 30 ottobre 2024, offre una riflessione approfondita sulla disciplina delle misure cautelari personali nel contesto di associazioni di tipo mafioso. In particolare, il caso concerne il ricorso di A.A. contro l'ordinanza del Tribunale di Palermo, che aveva accolto l'appello del Pubblico Ministero, imponendo misure restrittive nei suoi confronti per presunta partecipazione all'associazione mafiosa "Cosa Nostra".

Il contesto giuridico delle misure cautelari

Il provvedimento di custodia cautelare si fonda su gravi indizi di colpevolezza, come stabilito dall'art. 274 del Codice di Procedura Penale. A.A. ha contestato la legittimità della misura, denunciando vizi di motivazione e travisamento dei fatti. Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che il ricorso per vizio di motivazione non consente di rivalutare gli elementi indiziari, ma solo di verificare la coerenza logica e giuridica delle motivazioni del giudice di merito.

La valutazione in termini di gravità indiziaria, offerta dal Tribunale, si fonda su un'analisi critica delle evidenze emerse, senza salti logici o carenze argomentative.

La figura di A.A. e le evidenze indiziarie

Nella ricostruzione dei fatti, il Tribunale ha messo in luce come A.A. non fosse un semplice conoscente, ma avesse un ruolo attivo nel sostenere le attività mafiose, fungendo da autista per il C.C., un esponente di spicco della famiglia mafiosa. Gli incontri monitorati hanno rivelato un coinvolgimento diretto nelle dinamiche elettorali, suggerendo una consapevolezza della ripresa dell'attività mafiosa.

  • Il ricorrente ha accompagnato C.C. a incontri strategici.
  • Le intercettazioni hanno evidenziato conversazioni di chiara natura mafiosa.
  • È emersa una rete di contatti con altri membri di organizzazioni mafiose.

Le conclusioni della Corte

La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di A.A., confermando la legittimità delle misure cautelari imposte. Questa decisione sottolinea l'importanza della coerenza e della completezza delle motivazioni da parte del giudice di merito, evidenziando come le misure cautelari siano uno strumento necessario per prevenire la reiterazione dei reati in contesti ad alta pericolosità.

Conclusioni

La sentenza n. 41498 della Cassazione rappresenta un'importante affermazione del principio di necessità delle misure cautelari in casi di associazioni mafiose. Essa rafforza l'idea che la lotta alla mafia richiede un'attenta analisi delle condotte individuali e delle reti di relazioni, confermando che anche comportamenti apparentemente marginali possono contribuire a sostenere attività illecite. È fondamentale che gli avvocati comprendano la rilevanza delle evidenze indiziarie e delle dinamiche relazionali nel difendere i propri clienti in tali contesti.