Inammissibilità del ricorso in caso di morte dell'imputato: commento all'Ordinanza n. 23354 del 2023

La recente Ordinanza n. 23354 del 18 aprile 2023 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti riguardo alla posizione giuridica dell'imputato in caso di morte durante il processo di legittimità. La sentenza analizza la questione dell'inammissibilità del ricorso presentato personalmente dall'imputato, mettendo in luce le implicazioni di tale evento. Un tema di grande rilevanza non solo per gli operatori del diritto, ma anche per i cittadini che si trovano ad affrontare situazioni analoghe.

Il contenuto dell'Ordinanza e le sue implicazioni

La Corte di Cassazione, presieduta dalla dottoressa Rosi Elisabetta e con relatore il dottor Agostinacchio Luigi, ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato da C. M. in seguito al decesso dell'imputato. Questa decisione si fonda sul principio secondo cui la morte dell'imputato, avvenuta nel corso del giudizio di legittimità, rende inammissibile l'impugnazione. Tuttavia, la Corte ha escluso la possibilità di condanna alle spese e dell'applicazione di sanzioni pecuniarie a favore della cassa delle ammende.

  • La morte dell'imputato interrompe il processo di impugnazione;
  • Non è prevista condanna alle spese legali;
  • Non è applicabile la sanzione pecuniaria.
“Cassazione - Ricorso personale - Morte dell’imputato sopravvenuta - Inammissibilità del ricorso - Condanna alle spese e al pagamento della sanzione - Esclusione. In caso di ricorso per cassazione presentato dalla parte personalmente, la morte del ricorrente, intervenuta nel corso del giudizio di legittimità, rende inammissibile l'impugnazione, ma esclude la possibilità della condanna alle spese e della applicazione della sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende.”

Riferimenti normativi e giurisprudenziali

Questa decisione si basa su disposizioni contenute nel Nuovo Codice di Procedura Penale, in particolare gli articoli 591 e 592, che disciplinano le modalità di impugnazione e le conseguenze di eventi sopravvenuti nel corso del processo. La Corte ha fatto riferimento anche a precedenti giurisprudenziali, tra cui la sentenza n. 29593 del 2021 e la n. 42313 del 2010, che hanno affrontato tematiche simili, contribuendo a formare un orientamento consolidato in materia.

Conclusioni

In conclusione, l'Ordinanza n. 23354 del 2023 rappresenta un importante riferimento per comprendere le conseguenze legali in caso di morte dell'imputato durante il giudizio di legittimità. Essa chiarisce come tale evento non solo renda inammissibile il ricorso, ma escluda anche la possibilità di condanna alle spese legali e di sanzioni pecuniarie. Questo aspetto evidenzia un principio di umanità e giustizia, tutelando la memoria e i diritti degli imputati deceduti, evitando ulteriori oneri per i loro familiari.

Studio Legale Bianucci