Sentenza n. 13628 del 2023: Impugnazione e Circostanze Aggravanti nel Diritto Penale

La sentenza n. 13628 del 15 dicembre 2023, emessa dalla Corte di Appello di Trieste, offre un'importante riflessione sul tema dell'impugnazione in ambito penale, in particolare riguardo alla questione delle circostanze aggravanti. In questo caso, l'imputato, M. S., ha tentato di impugnare una circostanza aggravante, ma la Corte ha dichiarato l'impugnazione inammissibile per carenza di interesse.

Il Contesto Giuridico

La Corte ha sottolineato che, quando una circostanza aggravante è stata riconosciuta come subvalente rispetto alle attenuanti, l'imputato non ha un interesse legittimo nell'impugnare tale circostanza. Questo principio si basa su una solida interpretazione delle norme del Codice Penale (art. 69) e del Codice di Procedura Penale (art. 568, comma 4).

  • La subvalenza dell'aggravante implica che essa non influisce sulla determinazione della pena.
  • La pena è stata infatti comminata nel minimo edittale, evidenziando che l'aggravante non ha avuto alcun impatto significativo.
  • La Corte ha citato precedenti giurisprudenziali, confermando la propria posizione in merito.

La Massima della Corte

Circostanza aggravante dichiarata subvalente rispetto alle attenuanti - Interesse dell'imputato all'impugnazione - Esclusione. È inammissibile, per carenza di interesse, l'impugnazione dell'imputato preordinata a ottenere l'esclusione di una circostanza aggravante quando la stessa sia stata già ritenuta subvalente rispetto alle riconosciute attenuanti. (In motivazione la Corte ha precisato che, in ogni caso, il riconoscimento dell'aggravante non aveva avuto alcuna incidenza sulla determinazione della pena, che era stata comminata nel minimo edittale).

Questa massima evidenzia un aspetto cruciale del diritto penale: l'importanza di dimostrare un interesse concreto nell'impugnazione. Se la circostanza aggravante non ha influito sulla pena, l'imputato non ha motivi validi per contestarla.

Considerazioni Finali

La sentenza in esame rappresenta un importante punto di riferimento per gli avvocati e i professionisti del diritto penale. Essa chiarisce che l'impugnazione non può essere utilizzata come strumento per contestare elementi già ritenuti irrilevanti ai fini della pena. Questo principio non solo tutela l'efficienza del sistema giudiziario, ma garantisce anche una maggiore certezza ai soggetti coinvolti nel processo penale. La Corte, attraverso questa decisione, ribadisce l'importanza di una valutazione attenta delle circostanze del caso concreto, evidenziando come l'assenza di interesse possa rendere l'impugnazione superflua e inammissibile.

Studio Legale Bianucci