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Commento alla sentenza n. 15734 del 2023: atti persecutori e lesioni personali

La sentenza n. 15734 del 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, fornisce importanti chiarimenti riguardo al reato di atti persecutori. In particolare, si analizza la riconducibilità delle lesioni personali alla nozione di molestia. Questo pronunciamento è di fondamentale importanza nel contesto della tutela della libertà e della serenità psicologica delle vittime di comportamenti persecutori.

Il contesto giuridico degli atti persecutori

Il delitto di atti persecutori, previsto dall’art. 612 bis del Codice Penale, è finalizzato a proteggere la libertà individuale da condotte invasive e intimidatorie. La sentenza in esame chiarisce che anche le lesioni personali volontarie possono essere considerate una forma di molestia, in quanto creano un clima ostile e intimidatorio per la vittima.

Atti persecutori - Riconducibilità delle lesioni personali ai danni della vittima alla nozione di molestia - Sussistenza - Ragioni. Integra il delitto di atti persecutori la condotta di chi cagiona lesioni personali volontarie a danno della persona offesa, trattandosi di una modalità di consumazione del reato che rientra nella nozione di molestia, in quanto concretizza un'indebita ingerenza o interferenza, immediata o mediata, nella vita privata e di relazione della vittima, attraverso la creazione di un clima intimidatorio e ostile idoneo a comprometterne la serenità e la libertà psichica.

Implicazioni pratiche della sentenza

La sentenza rappresenta un passo significativo nella giurisprudenza italiana, poiché amplia la portata del delitto di atti persecutori. Infatti, le vittime di atti persecutori non si trovano più a dover dimostrare una serie di comportamenti costanti e ripetuti, ma possono raccogliere prove anche in caso di lesioni personali, che di per sé possono integrare il reato.

  • Il riconoscimento delle lesioni come molestia rafforza la protezione delle vittime.
  • Le decisioni giuridiche precedenti confermano questa interpretazione, creando un precedente giurisprudenziale importante.
  • Le vittime possono ora sentirsi più sicure nel denunciare atti di violenza, sapendo che anche singoli eventi possono essere considerati atti persecutori.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 15734 del 2023 rappresenta un significativo sviluppo nel diritto penale italiano, chiarendo che le lesioni personali possono essere considerate atti persecutori. Questa interpretazione non solo amplia la nozione di molestia, ma offre una maggiore protezione alle vittime, facilitando la loro possibilità di ottenere giustizia. È fondamentale continuare a monitorare l’evoluzione della giurisprudenza in questo campo per garantire una sempre maggiore tutela dei diritti delle persone.