Analisi della Sentenza Cass. pen. n. 30720 del 2024: Sospensione Condizionale della Pena e Percorsi di Recupero

La recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, n. 30720 del 26 luglio 2024, affronta un tema cruciale nel diritto penale, ovvero la sospensione condizionale della pena in relazione a reati di violenza domestica. In particolare, il caso in esame riguarda il ricorso di un imputato, A.A., contro la sentenza del Giudice per le indagini preliminari di Bologna, che aveva applicato la pena di due anni di reclusione con l'obbligo di partecipazione a un corso di recupero. La decisione della Cassazione offre spunti di riflessione importanti su come il sistema giuridico italiano gestisca la rieducazione dei condannati e la protezione delle vittime.

Sospensione Condizionale della Pena e Obbligo di Recupero

La Corte ha ribadito che, in caso di condanna per reati di violenza domestica, la sospensione condizionale della pena è per legge subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero. Questo approccio, introdotto dalla legge 19 luglio 2019, n. 69, mira a prevenire la recidiva e a garantire un supporto concreto agli autori di reati di violenza. La sentenza è chiara nel sottolineare che l'obbligo di partecipazione a tali corsi ha una funzione special-preventiva, differente dalle altre forme di riparazione.

  • Rieducazione del soggetto condannato
  • Prevenzione della recidiva
  • Supporto psicologico e sociale

La Prevedibilità della Condizione Imposta

In tema di sentenza di applicazione della pena relativa al reato di cui all'art. 572 cod. pen., non sussiste il vizio di mancanza di correlazione tra richiesta e sentenza nel caso in cui il giudice conceda il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Un aspetto centrale della decisione è la questione della previsibilità delle condizioni imposte. La Cassazione ha chiarito che, nel caso di applicazione della sospensione condizionale della pena, la condizione di partecipazione a un corso di recupero è di per sé obbligatoria per legge. Questo implica che non serve specificare le modalità attuative, le quali possono essere definite dal giudice dell'esecuzione. Pertanto, la decisione del giudice non altera l'accordo tra le parti, poiché la condizione è automaticamente prevista dalla norma.

Conclusioni

La sentenza n. 30720 del 2024 della Cassazione rappresenta un'importante affermazione del principio secondo cui la rieducazione degli autori di reati di violenza domestica deve essere un obiettivo primario del sistema penale. La legge italiana, attraverso l'art. 165, comma quinto, del codice penale, stabilisce chiaramente che l'efficacia della sospensione condizionale della pena è legata a percorsi di recupero, evidenziando l'importanza della prevenzione e della protezione delle vittime. Questo approccio non solo mira a garantire la sicurezza sociale, ma offre anche un'opportunità di reintegro per i condannati, contribuendo così a una società più giusta e sicura.

Studio Legale Bianucci