Commento alla Sentenza n. 30716 del 2024: Impugnazione e Misure Coercitive Non Custodiali

La sentenza n. 30716 del 14 maggio 2024 della Corte di Cassazione offre spunti di riflessione importanti riguardo alla disciplina delle impugnazioni in ambito penale, con specifico riferimento alle misure coercitive non custodiali. L'oggetto della controversia verte sull'inammissibilità dell'impugnazione secondo quanto previsto dall'art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale italiano. Questa sentenza, infatti, chiarisce che l'imputato sottoposto a misure coercitive non custodiali è soggetto alle medesime regole riguardanti l'omesso deposito della dichiarazione o dell'elezione di domicilio, necessarie per la notificazione degli atti giudiziari.

Contesto della Sentenza

Nel caso specifico, l'imputato, I. R., era sottoposto a un obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria. La Corte d'Appello di Catania, con la sentenza del 3 novembre 2023, aveva rigettato l'impugnazione presentata in quanto l'imputato non aveva rispettato l'obbligo di deposito della dichiarazione di domicilio. La questione centrale, dunque, riguardava la validità della notifica degli atti e la sua rilevanza ai fini dell’impugnazione.

Analisi della Massima della Sentenza

Inammissibilità dell'impugnazione ex art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen. - Imputato sottoposto a misura coercitiva non custodiale - Applicabilità - Sussistenza - Fattispecie. In tema di impugnazioni, la causa di inammissibilità prevista dall'art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen. per il caso di omesso deposito, da parte dell'imputato appellante, della dichiarazione o dell'elezione di domicilio, richieste ai fini della notificazione dell'atto introduttivo del giudizio, opera anche nei confronti dell'imputato sottoposto a misura coercitiva non custodiale (nella specie, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

Questa massima evidenzia chiaramente che l'omesso deposito della dichiarazione di domicilio non è una mera formalità, ma una condizione necessaria per la validità dell'impugnazione. La Corte ha stabilito che anche gli imputati sottoposti a misure coercitive non custodiali, come nel caso in esame, devono attenersi a tali obblighi, al fine di garantire il corretto svolgimento del processo e la possibilità di ricevere le notifiche necessarie.

Implicazioni della Sentenza

  • Rafforzamento delle regole procedurali: La sentenza sottolinea l'importanza del rispetto delle norme di procedura penale, evidenziando come la loro inosservanza possa portare all'inammissibilità dell'impugnazione.
  • Chiarezza per gli imputati: Gli imputati devono essere consapevoli che, anche se non sono in custodia, devono comunque rispettare le formalità previste dalla legge.
  • Riflessione sulle misure coercitive: Questa decisione invita a una riflessione più ampia sulle misure coercitive non custodiali e le loro implicazioni legali.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 30716 del 2024 rappresenta un importante contributo all'interpretazione del codice di procedura penale italiano, chiarendo la posizione degli imputati sottoposti a misure coercitive non custodiali. L'osservanza delle norme di procedura è fondamentale per la tutela dei diritti degli imputati e per la legittimità del processo. È essenziale che gli avvocati e gli imputati stessi siano consapevoli di tali obblighi, affinché possano esercitare efficacemente i propri diritti in sede di impugnazione.

Studio Legale Bianucci