Commento alla Sentenza n. 20957 del 2023: la celebrazione 'in presenza' dopo la pandemia

La sentenza n. 20957 del 3 maggio 2023 della Corte di Cassazione offre un'importante riflessione sulla disciplina processuale emergenziale adottata per far fronte alla pandemia da COVID-19. La Corte si è pronunciata riguardo alla celebrazione delle udienze in appello, in un contesto in cui si sono dovuti adattare i procedimenti per garantire la salute pubblica. Questo articolo si propone di analizzare il contenuto della sentenza, evidenziando gli aspetti salienti e le implicazioni giuridiche.

Il contesto normativo

La decisione della Corte si inserisce in un quadro normativo complesso, caratterizzato da numerosi provvedimenti legislativi volti a gestire l'emergenza sanitaria. In particolare, il d.l. 30 dicembre 2021, n. 228 ha stabilito che per le udienze fissate tra il 1° gennaio 2022 e il 31 gennaio 2022, il regime processuale ordinario della celebrazione "in presenza" deve essere applicato, in deroga ad alcune disposizioni precedenti.

Questo approccio ha avuto un impatto significativo sul modo in cui i processi venivano gestiti, ampliando le possibilità di celebrazione delle udienze in un periodo in cui le limitazioni sanitarie erano particolarmente severe.

La massima della sentenza

19, per i giudizi di appello con prima udienza di trattazione fissata tra l'01/01/2022 e il 31/01/2022, il regime processuale ordinario della celebrazione "in presenza", previsto dall'art. 16, comma 2, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, in deroga agli artt. 23, commi 8 e 8-bis, e 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, come convertito dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, si applica anche alle udienze in prosecuzione. (In applicazione del principio, la Corte ha ritenuto immune da censure la decisione assunta all'esito di processo differito a data successiva al 31/01/2022, celebrato "in presenza" pur in assenza di istanza di trattazione orale).

Questa massima evidenzia l'importanza della celebrazione in presenza, anche per le udienze programmate dopo il termine della finestra temporale stabilita. La Corte ha ritenuto che, nonostante l'assenza di una richiesta formale di trattazione orale, la celebrazione in presenza fosse legittima, rappresentando un aspetto cruciale per garantire il diritto di difesa e il corretto svolgimento del processo.

Implicazioni pratiche della sentenza

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono molteplici e meritano un'attenta considerazione:

  • Riconoscimento del diritto alla celebrazione in presenza, fondamentale per l'efficacia del processo.
  • Possibilità di applicare il regime processuale ordinario anche in situazioni di emergenza.
  • Chiarezza sulle modalità operative per le udienze in prosecuzione, riducendo il rischio di contenziosi futuri.

Questa sentenza rappresenta un passo importante verso la stabilizzazione delle procedure giuridiche post-pandemia, offrendo un quadro più chiaro per avvocati, giudici e parti coinvolte.

Conclusione

In conclusione, la sentenza n. 20957 del 2023 della Corte di Cassazione si rivela fondamentale per comprendere come il sistema giuridico italiano si stia adattando alle sfide poste dalla pandemia. La riscoperta dell'importanza della celebrazione "in presenza" non solo afferma i diritti delle parti coinvolte, ma contribuisce anche a garantire un processo equo ed efficace. È essenziale che tutti gli operatori del diritto tengano in considerazione questi principi per navigare al meglio nel panorama giuridico attuale.

Studio Legale Bianucci