Commento alla Ordinanza n. 10131 del 2024: Estinzione del giudizio e rimedi in materia di cassazione

La recente Ordinanza n. 10131 del 15 aprile 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, offre importanti chiarimenti in merito al procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi per cassazione ex art. 380-bis c.p.c. Questa sentenza si inserisce nel contesto della riforma del processo civile, introdotta dal d.lgs. n. 149 del 2022, e sottolinea le conseguenze della mancata proposizione dell'istanza di decisione dopo la proposta sintetica di definizione del giudizio.

Il contesto normativo e la fattispecie

Secondo quanto stabilito dall'Ordinanza, la mancata proposizione dell'istanza di decisione conduce all'estinzione del giudizio, il che implica che il giudice deve dichiarare questa estinzione con decreto. In questo specifico caso, la Corte ha riqualificato un'istanza di revoca del provvedimento di estinzione come opposizione ai sensi dell'art. 391 c.p.c., dichiarandola poi inammissibile per mancato rispetto del termine di dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento di estinzione.

  • La proposta sintetica di definizione è un passaggio cruciale nel procedimento di cassazione.
  • Il termine di dieci giorni è perentorio e la sua inosservanza comporta l'inammissibilità dell'opposizione.
  • L'unico rimedio esperibile contro il decreto di estinzione è l'opposizione ex art. 391 c.p.c.

La massima della sentenza e il suo significato

In genere. In tema di procedimento per la decisione accelerata dei ricorsi per cassazione ex art. 380-bis c.p.c. (nel testo riformato dal d.lgs. n. 149 del 2022), la mancata proposizione, dopo la proposta sintetica di definizione del giudizio, dell'istanza di decisione determina l'estinzione del giudizio, che va dichiarata con decreto, avverso il quale l'unico rimedio esperibile è l'opposizione ai sensi dell'art. 391 c.p.c., da proporsi, a pena di inammissibilità, nel termine di dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento di estinzione. (Nella specie, la S.C. ha riqualificato come opposizione ex art. 391 c.p.c. l'istanza di revoca del provvedimento di estinzione, dichiarandola poi inammissibile, in quanto proposta oltre il termine di dieci giorni).

Questa massima evidenzia l'importanza della tempestività nel ricorso a rimedi giuridici. La Corte di Cassazione, con questa pronuncia, ribadisce che il rispetto dei termini processuali è fondamentale, non solo per garantire l'efficacia della difesa, ma anche per il buon funzionamento del sistema giuridico. Il legislatore ha voluto snellire il processo, ma ciò implica che le parti devono essere particolarmente vigilanti e pronte a presentare le proprie istanze nei termini previsti.

Conclusioni

In conclusione, l'Ordinanza n. 10131 del 2024 rappresenta un'importante guida per gli operatori del diritto, chiarendo le conseguenze della mancata proposizione dell'istanza di decisione nel contesto della cassazione. La sentenza ci ricorda che la tempestività e la precisione nel rispettare i termini processuali sono essenziali per evitare l'estinzione del giudizio e garantire un giusto processo. È fondamentale che avvocati e parti coinvolte nel procedimento siano sempre informati e preparati a rispettare le scadenze legali per non compromettere i propri diritti.

Studio Legale Bianucci