La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 25191 del 2023, offre importanti spunti di riflessione sul tema del risarcimento del danno differenziale per malattie professionali. La Corte ha analizzato un caso in cui un dipendente, A.A., ha richiesto un risarcimento a causa di un intervento chirurgico di bypass aorto coronarico, sostenendo che la sua patologia fosse riconducibile alle condizioni di lavoro come autista.
Il caso originario è stato esaminato dalla Corte d'Appello di Messina, che ha accertato il nesso di causa tra l'attività lavorativa e l'evento dannoso, riconoscendo il diritto di A.A. al risarcimento di 148.759 euro, al netto dell'importo indennizzabile dall'INAIL. La Corte ha sostenuto che le condizioni di lavoro pesanti e le responsabilità del datore di lavoro, ai sensi dell'art. 2087 c.c., giustificassero la liquidazione del danno differenziale.
La responsabilità del datore di lavoro si aggiunge a quella meramente indennitaria dell'INAIL, essendo diversi i fondamenti e gli ambiti delle due misure compensative.
Omissis Spa ha presentato ricorso per Cassazione, contestando vari aspetti della sentenza d'appello. Tra i motivi, la società ha sostenuto la violazione dell'art. 112 c.p.c. e l'inammissibilità del giudizio di primo grado per difetto di legittimazione passiva. La Corte ha rigettato queste censure, affermando che, nel caso in cui si richieda il risarcimento per malattia professionale, non vi è difetto di legittimazione passiva del datore di lavoro.
Un altro aspetto cruciale della sentenza riguarda il riconoscimento del danno morale. A.A. ha contestato il rigetto della richiesta di risarcimento per danno morale, sostenendo che la Corte d'Appello non avesse adeguatamente motivato la sua decisione. La Cassazione ha accolto il secondo motivo del ricorso incidentale, evidenziando che la sofferenza morale è un aspetto autonomamente risarcibile e che la Corte d'Appello avrebbe dovuto considerare le ripercussioni psicologiche dell'evento dannoso.
La sentenza Cass. civ., Sez. lavoro, n. 25191 del 2023, riafferma l'importanza della tutela dei lavoratori in caso di malattie professionali, chiarendo che la responsabilità del datore di lavoro non può essere elusa. Inoltre, il riconoscimento del danno morale sottolinea la necessità di una valutazione completa e dettagliata delle sofferenze subite dai lavoratori. È fondamentale che le corti di merito considerino tutti gli aspetti del danno, sia patrimoniale che non patrimoniale, garantendo così una giustizia adeguata e completa.