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Responsabilità medica: analisi della sentenza Cass. civ., n. 25825 del 2024

La sentenza della Corte di Cassazione n. 25825 del 2024 affronta il delicato tema della responsabilità professionale in ambito medico, con particolare riferimento al consenso informato e al nesso causale tra condotta del medico e danno subito dal paziente. La vicenda riguarda A. A., il quale, dopo un intervento chirurgico che ha portato a gravi conseguenze, ha citato in giudizio i medici e la struttura sanitaria per ottenere il risarcimento dei danni. La decisione della Corte di Cassazione offre spunti importanti per comprendere l'evoluzione della giurisprudenza in materia di responsabilità medica.

Il caso di A. A. e la decisione di primo grado

A. A. si era rivolto a diversi specialisti per il trattamento di una lombosciatalgia. Dopo aver ricevuto diagnosi contrastanti, ha optato per un intervento chirurgico che ha portato a complicazioni gravi, tra cui la paralisi degli arti inferiori. In primo grado, il Tribunale di Lecce ha accolto la domanda di risarcimento, riconoscendo responsabilità medica per l'erronea scelta di procedere con l'intervento chirurgico, piuttosto che optare per un trattamento conservativo.

Il giudizio della Corte di Appello e il ricorso in Cassazione

La Corte di Appello di Lecce ha, tuttavia, ribaltato questa decisione, ritenendo che l'intervento fosse stato eseguito correttamente e che il danno subito da A. A. non fosse prevedibile. Questo ha portato il paziente a presentare ricorso in Cassazione, contestando la valutazione della Corte di Appello in merito al nesso di causalità e all'importanza del consenso informato.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, evidenziando errori nel ragionamento causale della Corte di Appello.

Le conclusioni della Cassazione

La Cassazione ha ritenuto fondati i motivi del ricorso, sottolineando che la Corte di Appello aveva errato nel non considerare il parere dell'altro medico che aveva consigliato di non procedere con l’intervento chirurgico. Inoltre, la Corte ha chiarito che la valutazione del nesso di causalità deve concentrarsi sull'evento dannoso subito dal paziente e non sull'efficacia dell'intervento. La decisione di non optare per un trattamento conservativo avrebbe potuto evitare il danno permanente subito da A. A.

Conclusioni

La sentenza n. 25825 del 2024 rappresenta un'importante vittoria per i diritti dei pazienti nel contesto della responsabilità medica. Essa evidenzia l'importanza di una corretta informazione da parte del medico e la necessità di valutare attentamente le conseguenze della scelta terapeutica. Questo caso sottolinea anche come la giurisprudenza continui a evolversi per tutelare i diritti dei pazienti e garantire che le pratiche mediche siano sempre condotte nel rispetto delle migliori prassi e dei diritti dei pazienti.