Analisi della Sentenza Cass. civ., Sez. III, n. 10578 del 2018: Risarcimento per Danno Non Patrimoniale

La sentenza della Corte di Cassazione n. 10578 del 2018 rappresenta un importante passaggio nella giurisprudenza italiana riguardo alla responsabilità dei datori di lavoro in caso di malattie professionali. In questo articolo, analizzeremo i punti salienti della decisione e le implicazioni per i diritti dei lavoratori e dei loro familiari.

Il Caso e la Decisione della Corte d'Appello

Il caso in questione coinvolge B. G., che ha richiesto un risarcimento per danni non patrimoniali a seguito della morte del marito F. F., affetto da mesotelioma, una malattia riconducibile all'esposizione ad amianto durante il lavoro per Enel. La Corte d'Appello di Venezia ha accolto in parte la richiesta, riconoscendo la responsabilità della società nel non aver adottato le misure di sicurezza necessarie.

La Corte ha ritenuto sussistente il nesso di causalità tra l'esposizione all'amianto e la malattia del lavoratore, affermando la responsabilità del datore di lavoro.

Le Censure e le Argomentazioni della Ricorrente

Enel ha presentato ricorso in cassazione, sostenendo che la Corte d'Appello avesse errato nel riconoscere la responsabilità, richiamando la mancanza di colpa e il diritto di utilizzare amianto in quel periodo. Tra i motivi di ricorso, si evidenziava l'assenza di prove certe riguardo al nesso causale e la non conoscenza del rischio legato all'amianto da parte del datore di lavoro.

  • Violazione degli articoli del codice civile riguardanti la responsabilità civile.
  • Mancanza di prove certe sull'esposizione all'amianto durante il periodo di lavoro presso Enel.
  • Assenza di colpa da parte del datore di lavoro, considerato il contesto normativo dell'epoca.

La Risposta della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che il nesso di causalità era stato adeguatamente provato e che la responsabilità del datore di lavoro era evidente. È stato sottolineato che, nonostante l'amianto fosse legalmente utilizzabile, ciò non esimeva il datore di lavoro dall'obbligo di garantire la sicurezza dei propri dipendenti.

In particolare, la Corte ha affermato che le conoscenze scientifiche dell'epoca non giustificavano l'assenza di misure preventive e che la negligenza del datore di lavoro era chiara. Inoltre, il giudicato esterno del caso parallelo ha confermato la responsabilità di Enel per la malattia del lavoratore.

Conclusioni

La sentenza Cass. civ., Sez. III, n. 10578 del 2018 rappresenta un importante riferimento per le future controversie riguardanti il risarcimento per danni non patrimoniali a seguito di malattie professionali. Sottolinea l'importanza della responsabilità del datore di lavoro nel garantire un ambiente di lavoro sicuro e nel riconoscere i diritti dei familiari delle vittime di malattie professionali.

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