La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 34570, pronunciata il 3 ottobre 2023, offre importanti spunti di riflessione riguardo alla decorrenza della prescrizione per il risarcimento del danno subito a seguito di emotrasfusione infetta. In particolare, la Corte ha affrontato la questione dell'exordium praescriptionis, chiarendo che il termine di prescrizione non coincide con la presentazione della domanda di indennizzo, ma decorre dal momento in cui il danno diventa conoscibile.
Il caso trattato dalla Corte riguardava il risarcimento richiesto da due congiunti di una vittima di contagio da HCV tramite trasfusione. La Corte d'Appello di Roma aveva confermato la condanna del Ministero della Salute a risarcire i danni, ma il Ministero ha impugnato la decisione, contestando la decorrenza della prescrizione. La Corte di Cassazione ha ribadito i principi già enunciati nella sentenza n. 576/2008, secondo cui la prescrizione decorre dal momento in cui il danno diventa oggettivamente percepibile e riconoscibile.
Il termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno decorre dal giorno in cui il decesso venga percepito come danno ingiusto conseguente al comportamento del terzo.
La Corte ha chiarito che, per i danni derivanti da responsabilità civile per emotrasfusioni, il termine di prescrizione decorre dal momento della conoscibilità del danno, anche alla luce delle conoscenze scientifiche disponibili al momento. Questo principio è particolarmente rilevante nei casi di danni cosiddetti “lungo-latenti”, in cui il danno si manifesta solo dopo un lungo periodo di tempo. La Corte ha quindi escluso che la decorrenza della prescrizione potesse coincidere con la presentazione della domanda di indennizzo, affermando che il danno deve essere percepito in modo chiaro e non può essere connesso ad un semplice accadimento materiale.
In conclusione, la sentenza n. 34570/2023 della Corte di Cassazione sottolinea l'importanza di una corretta interpretazione delle norme sulla prescrizione in ambito civile, specialmente in casi complessi come quello delle emotrasfusioni infette. La decisione rappresenta un passo significativo per garantire che le vittime di danni ingiusti possano far valere i propri diritti senza essere ostacolate da interpretazioni restrittive sulla decorrenza della prescrizione. È fondamentale che i soggetti interessati comprendano la distinzione tra il momento dell'accadimento materiale del danno e quello della sua conoscibilità, per poter agire tempestivamente e tutelare i propri diritti.
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