Risarcimento danni e responsabilità civile: commento sulla sentenza n. 18217/2023

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 18217 del 26 giugno 2023 si pone come un importante punto di riferimento per la giurisprudenza in materia di responsabilità civile e risarcimento danni, in particolare nei casi di diffamazione a mezzo stampa. La vicenda ha avuto inizio con la pubblicazione di un articolo su un noto quotidiano, in cui il geologo A.A. veniva ingiustamente associato a un'inchiesta di mafia, causando significativi danni alla sua reputazione e carriera.

Il caso A.A. e le sue implicazioni legali

Il ricorrente, A.A., ha visto la sua immagine pubblica compromessa a causa di un articolo che lo identificava erroneamente come indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. La Corte d'Appello di Catania, pur riconoscendo la responsabilità del Gruppo Editoriale Gedi per il danno non patrimoniale, ha ridotto l'importo del risarcimento da 50.000 a 10.000 euro, escludendo il danno patrimoniale. Questa decisione ha spinto A.A. a ricorrere in Cassazione, evidenziando la necessità di una corretta valutazione dei danni subiti.

La Corte di Cassazione ha sottolineato l'importanza di considerare tutti gli elementi che possono incidere sulla quantificazione del danno, in particolare per quanto riguarda la gravità della diffamazione e la sua diffusione.

La valutazione del danno non patrimoniale

La Cassazione ha accolto i motivi di ricorso di A.A., evidenziando che la Corte d'Appello non ha applicato correttamente i criteri previsti dalle tabelle milanesi per la liquidazione del danno non patrimoniale. Una serie di fattori, quali la notorietà del diffamato e la gravità della notizia, devono essere considerati nella valutazione finale. In questo contesto, la Cassazione ha chiarito che non è sufficiente considerare l'errore come involontario e episodico, ma è necessario analizzare l'impatto che ha avuto sulla vita professionale e personale del danneggiato.

Conclusioni e prospettive future

La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei cittadini contro la diffamazione a mezzo stampa. Essa stabilisce che la valutazione del danno deve essere realistica e proporzionata alla gravità dell'illecito. La questione del danno patrimoniale, esclusa dalla Corte d'Appello, rimane aperta e sarà oggetto di ulteriore valutazione, con un rinvio per un nuovo esame. Questo caso sottolinea l'importanza di un'informazione corretta e responsabile, affinché episodi simili non si ripetano in futuro.

Studio Legale Bianucci