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La Cassazione e il risarcimento per illegittima privazione della libertà: Cass. civ. n. 33290 del 2024

La sentenza della Corte di Cassazione n. 33290 del 2024 offre un importante chiarimento riguardo alla responsabilità civile connessa all'illegittima privazione della libertà attraverso un trattamento sanitario obbligatorio (TSO). In questo caso, la Corte ha ribadito che, nonostante l'illegittimità del TSO, il risarcimento del danno non può essere automaticamente riconosciuto, ma deve essere provato.

Il contesto della sentenza

Nella vicenda esaminata, A.A. aveva subito un TSO dichiarato illegittimo, per cui chiedeva un risarcimento danni. La Corte d'Appello di Ancona aveva rigettato la domanda, sostenendo che non fosse stata fornita adeguata prova del danno subito. La Corte di Cassazione, nel rivedere il caso, ha messo in luce la necessità di dimostrare l'esistenza di un danno ingiusto come conseguenza della privazione della libertà.

La Corte ha sottolineato che l'annullamento del TSO non esime il ricorrente dall'onere di provare il danno subito.

Le implicazioni legali

La sentenza richiama importanti principi giuridici, in particolare quelli relativi all'art. 2043 e 2059 del Codice Civile e ai diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. In particolare, la Cassazione ha evidenziato che ogni trattamento sanitario, anche se illegittimo, necessita di una valutazione accurata dei danni subiti, che non possono essere considerati in re ipsa.

  • Il TSO deve essere motivato e giustificato da una situazione di emergenza sanitaria.
  • Il ricorrente deve dimostrare l'esistenza di un danno patrimoniale o non patrimoniale derivante dal trattamento subito.
  • La fragilità psicologica del paziente non deve essere considerata una scusante per negare la valutazione del danno.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Cassazione n. 33290 del 2024 rappresenta un punto di riferimento significativo nella giurisprudenza italiana riguardante il risarcimento dei danni da TSO illegittimo. Essa riafferma l'importanza della prova nella quantificazione del danno non patrimoniale, sottolineando che anche in caso di violazione dei diritti fondamentali, la persona danneggiata deve dimostrare le conseguenze negative subite. Pertanto, questo caso è un monito per le strutture sanitarie e le autorità competenti, affinché si attengano ai principi di legalità e rispetto dei diritti individuali.