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Responsabilità civile e custodia delle cose: la Cass. n. 31949 del 2023

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 31949 del 16 novembre 2023, solleva importanti questioni riguardanti la responsabilità civile in caso di danni derivanti da cose in custodia. Il caso in esame coinvolge A.A., che ha subito danni alla sua autovettura a causa di una ruota staccatasi da un autoarticolato sulla carreggiata dell'autostrada. La sentenza della Cassazione offre spunti significativi sulla valutazione dell'onere della prova e sul nesso causale, elementi cruciali in tali controversie.

Il caso e le decisioni dei giudici

Il Tribunale di Genova aveva inizialmente riconosciuto la responsabilità di Autostrade per l'Italia (ASPI) ai sensi dell'art. 2051 c.c., condannando la società al risarcimento dei danni. Tuttavia, la Corte d'Appello di Genova ha accolto l'appello di ASPI, sostenendo che il Tribunale non avesse valutato adeguatamente le circostanze del caso. Da qui il ricorso per cassazione di A.A., che ha sollevato diversi motivi, tutti fondati sulla violazione delle norme giuridiche.

Le questioni giuridiche sollevate

Uno dei punti centrali della sentenza è l'onere della prova. La Corte di Cassazione ha ribadito che, in base all'art. 2051 c.c., il custode di una cosa è responsabile per i danni da essa causati, a meno che non provi che la modifica delle condizioni originarie sia stata improvvisa e non sia stato possibile intervenire. In questo caso, la Corte ha evidenziato che la Corte d'Appello ha erroneamente invertito l'onere della prova, gravando il danneggiato di un onere probatorio maggiore rispetto a quello previsto dalla legge.

La Corte di Cassazione ha stabilito che è compito del custode dimostrare l'assenza di responsabilità, non del danneggiato dimostrare la colpa del custode.

Implicazioni pratiche della sentenza

Le implicazioni di questa sentenza sono rilevanti per tutti coloro che operano nel settore della circolazione stradale e della responsabilità civile. La decisione della Cassazione non solo ribadisce principi consolidati, ma chiarisce anche come debbano essere valutate le circostanze del caso concreto. In particolare:

  • La responsabilità del custode è presunta e può essere contestata solo attraverso prove concrete.
  • È fondamentale per le aziende di gestione stradale garantire un adeguato servizio di vigilanza, specialmente in condizioni ambientali avverse.
  • Il nesso causale deve essere dimostrato con elementi di prova chiari e non può essere basato su congetture.

Conclusioni

La sentenza n. 31949 del 2023 rappresenta un'importante tappa nel percorso giurisprudenziale riguardante la responsabilità civile per danni da cose in custodia. Essa offre una guida chiara sulle modalità di applicazione dell'art. 2051 c.c. e sull'onere della prova, aspetti essenziali da considerare in qualsiasi controversia legata alla circolazione stradale. Le aziende, in particolare, dovrebbero trarre insegnamento da questo caso per migliorare le proprie procedure di vigilanza e gestione dei rischi.