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Responsabilità Professionale e Danni Non Patrimoniali: Commento alla Sentenza Cass. civ., Sez. III, n. 14245 del 2024

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione III Civile, n. 14245 del 2024, offre importanti spunti di riflessione sulla responsabilità professionale in ambito sanitario e sul risarcimento dei danni non patrimoniali. La vicenda ha avuto origine dal decesso di un paziente, E.E., a causa di un tumore polmonare, e dalla condotta di un medico, A.A., che ha proposto un trattamento alternativo non autorizzato, promettendo guarigione e inducendo i familiari a interrompere le cure tradizionali.

Il Caso: Profili di Responsabilità

Il ricorso presentato da A.A. si fondava su quattro motivi, ma la Cassazione ha confermato le precedenti decisioni che avevano condannato il medico per danni patrimoniali e non patrimoniali. In particolare, la Corte d'Appello di Firenze aveva sostenuto che la responsabilità del medico non si limitasse al decesso, ma si estendesse alle sofferenze patite dai familiari, evidenziando il nesso di causalità tra la condotta truffaldina e il dolore emotivo subito dai congiunti.

La Corte ha sottolineato la necessità di proteggere il diritto all'autodeterminazione del paziente, leso dalle false promesse del medico.

Danni Non Patrimoniali e Diritto all'Autodeterminazione

Un aspetto cruciale della sentenza è l'affermazione che anche i danni non patrimoniali, come il dolore e la sofferenza emotiva, sono risarcibili. Questo si allinea con il principio di tutela della dignità umana, previsto dall'art. 2 della Costituzione italiana. La Corte ha riconosciuto che i familiari non solo hanno subito un danno morale, ma hanno anche visto compromesso il loro diritto di scelta riguardo il trattamento del congiunto.

  • La responsabilità si estende oltre le conseguenze immediate del decesso.
  • Il diritto all'autodeterminazione deve essere tutelato anche in situazioni di vulnerabilità.
  • Il risarcimento include danni patrimoniali e non patrimoniali.

Conclusioni

La sentenza Cass. civ., Sez. III, n. 14245 del 2024 rappresenta un importante passo avanti nella giurisprudenza italiana riguardante la responsabilità professionale in ambito sanitario. Essa ribadisce l'importanza di proteggere i diritti dei pazienti e dei loro familiari e di garantire che condotte fraudolente non escano impunite. La tutela dell'autodeterminazione e il riconoscimento dei danni non patrimoniali sono fondamentali per garantire una giustizia equa e rispettosa della dignità umana.