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Analisi della Sentenza Cass. civ., Sez. III, n. 20829/2018: Responsabilità della ASL e Risarcimento Danni

La sentenza della Corte di Cassazione n. 20829 del 2018 rappresenta un importante punto di riferimento nella giurisprudenza italiana riguardante la responsabilità sanitaria e la quantificazione dei danni non patrimoniali. In questo articolo, approfondiremo i dettagli della decisione, analizzando le implicazioni per le strutture sanitarie e il loro personale.

Contesto della Sentenza

La Corte di Appello di Genova aveva accolto il ricorso di C.P. e F.A., genitori di un minore, F.S., contro la ASL per il risarcimento dei danni subiti dal loro figlio a causa di omissioni diagnostico-terapeutiche da parte dei medici durante il parto. La Corte ha ritenuto che il personale sanitario non si fosse accorto tempestivamente di un distacco di placenta, che ha causato danni neurologici al neonato.

La responsabilità della ASL per le omissioni diagnostiche è stata confermata dalla Corte di Cassazione, che ha sottolineato l'importanza di un intervento tempestivo per prevenire danni irreversibili.

Principi Giuridici e Nesso di Causalità

La Corte ha esaminato diversi motivi di ricorso presentati dalla ASL, ritenendo inammissibili alcune contestazioni relative alla consulenza tecnica d'ufficio (CTU). In particolare, è stato sottolineato che le contestazioni a una CTU devono essere presentate entro termini specifici, pena la decadenza. Questo aspetto evidenzia l'importanza di una gestione procedurale corretta nelle controversie legali relative alla responsabilità sanitaria.

  • La responsabilità contrattuale della ASL per i danni subiti dal paziente è regolata dagli articoli 1218 e 1228 del Codice Civile.
  • Il nesso di causalità deve essere accertato in modo rigoroso, considerando eventuali condizioni preesistenti del paziente.
  • La quantificazione del danno deve tener conto delle circostanze specifiche del caso, senza applicare automatismi riduttivi.

Quantificazione del Danno e Conclusioni

Un aspetto cruciale della sentenza riguarda la quantificazione del danno. La Corte ha stabilito che, in presenza di un antecedente patologico non imputabile alla condotta dei sanitari, è possibile limitare l'ammontare del risarcimento solo in fase di valutazione equitativa. Ciò implica che la valutazione del danno deve essere effettuata in modo prudente e ragionevole, tenendo conto di tutte le circostanze del caso concreto.

In conclusione, la sentenza n. 20829/2018 della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione sulla responsabilità sanitaria e sui criteri di quantificazione del danno. Essa ribadisce la necessità di un intervento tempestivo da parte del personale medico e la complessità del nesso di causalità in materia di responsabilità civile.