La sentenza n. 5380/2023 della Corte di Cassazione offre un'importante riflessione sulla responsabilità delle strutture sanitarie nel contesto di danni subiti da pazienti durante il parto, alla luce di un caso che ha coinvolto il neonato C.C. e la sua famiglia. Questa decisione segna un punto di riferimento cruciale per la valutazione della responsabilità professionale e della gestione delle emergenze sanitarie.
Nel caso trattato, i coniugi A.A. e B.B. hanno citato in giudizio l'Azienda Sanitaria Locale di Lecce e i medici coinvolti per i danni derivati dalle gravi lesioni riportate dal loro figlio alla nascita. La Corte d'Appello di Potenza aveva inizialmente rigettato la domanda di risarcimento, ma la Cassazione, con la sentenza del 2009, aveva accolto il ricorso limitatamente alla responsabilità della struttura ospedaliera, evidenziando come la corretta gestione di un parto prematuro fosse fondamentale.
Il rigetto della domanda di risarcimento nei confronti di un medico non esclude la responsabilità del presidio ospedaliero.
La Corte ha ribadito che, in caso di parto a rischio, non basta dimostrare la correttezza dell'operato dei medici per escludere la responsabilità della struttura sanitaria. In particolare, l’inefficienza delle apparecchiature e il ritardo nel trasferimento in un centro attrezzato possono costituire fattori causali significativi per l’insorgere di danni. La sentenza ha sottolineato che la responsabilità della struttura può essere autonoma e diretta, anche in presenza di condotte corrette da parte del personale medico.
La sentenza n. 5380/2023 rappresenta un'importante affermazione del principio secondo cui le strutture sanitarie devono garantire standard adeguati per affrontare situazioni di emergenza. Le responsabilità non possono essere delegate esclusivamente ai medici: la struttura deve essere in grado di rispondere in modo efficiente alle necessità dei pazienti. Questo caso sottolinea l'importanza di una continua valutazione delle risorse e delle attrezzature disponibili nelle strutture sanitarie, per garantire una protezione adeguata per i pazienti, specialmente in situazioni critiche come il parto prematuro.