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Giurisdizione in materia di minori: commento alla sentenza Cass. civ., Ord. n. 663/2023

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 663 del 12 gennaio 2023, offre importanti spunti di riflessione sulla giurisdizione in materia di minori, in particolare quando questi possiedono doppia cittadinanza. La Corte ha confermato il principio secondo cui la residenza abituale del minore è il criterio determinante per stabilire la giurisdizione, superando anche eventuali accordi tra le parti in merito.

Il caso in esame

La controversia nasce dalla separazione tra A.A. e B.B., genitori di due minori, E.E. e F.F., nati e residenti negli Stati Uniti. Il Tribunale di Velletri dichiarava il difetto di giurisdizione dello Stato italiano in favore di quello statunitense riguardo alle questioni di affidamento e mantenimento. Tuttavia, la Corte d'appello di Roma, in un successivo appello, ha ritenuto di avere giurisdizione, sostenendo che il convenuto avesse accettato tale giurisdizione, nonostante la residenza dei minori negli Stati Uniti.

Principi giuridici applicati

La Corte di Cassazione ha ribadito che, in materia di minori, deve prevalere il criterio della residenza abituale, come previsto dall'art. 42 della Legge n. 218 del 1995 e dalla Convenzione dell'Aja del 1961. Pertanto, non è sufficiente il consenso di un genitore in merito alla giurisdizione, poiché la protezione dei minori deve essere considerata un interesse superiore.

La giurisdizione in materia di minori deve essere valutata in relazione alla loro residenza abituale, garantendo così la continuità dei loro rapporti affettivi.

In particolare, la Corte ha evidenziato che il difetto di giurisdizione non potesse essere sollevato d'ufficio dal Tribunale, poiché tale approccio contrasta con le disposizioni della legge italiana. La Corte ha accolto i motivi di ricorso presentati da A.A., dichiarando la giurisdizione italiana inadeguata per la risoluzione della controversia, in quanto i minori risiedevano stabilmente negli Stati Uniti.

Implicazioni della sentenza

  • Chiarimento sulla prevalenza della residenza abituale nella determinazione della giurisdizione.
  • Riconoscimento della doppia cittadinanza dei minori e delle relative implicazioni giuridiche.
  • Affermazione del principio secondo cui il consenso di un genitore non può derogare al criterio di protezione del minore.

Questa sentenza rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti dei minori e sottolinea l'importanza di considerare il loro benessere nel contesto della giurisdizione. Le decisioni di giurisdizione devono sempre tenere conto della residenza abituale dei minori, garantendo che le loro esigenze affettive e relazionali siano rispettate.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 663/2023 della Corte di Cassazione riafferma la centralità della residenza abituale nella determinazione della giurisdizione in materia di minori. Questo principio è cruciale per garantire il miglior interesse dei bambini coinvolti e per evitare conflitti giuridici tra diverse giurisdizioni. Gli avvocati e i professionisti del diritto devono tenere presente queste disposizioni per fornire una corretta consulenza ai propri clienti, specialmente in casi di separazione e affidamento internazionale.