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Sottrazione internazionale di minori: analisi della sentenza Cass. civ. n. 14561/2014

La sentenza della Corte di Cassazione n. 14561 del 2014 rappresenta un importante punto di riferimento nel campo delle controversie relative alla sottrazione internazionale di minori. In questo caso, la Corte è stata chiamata a esaminare la richiesta di rimpatrio di una minore, S.R., da parte del padre, S.L., in seguito a un trasferimento illecito in Italia operato dalla madre, R.G. La decisione della Corte mette in luce aspetti cruciali della normativa vigente e della Convenzione dell'Aja del 1980, che disciplina tali situazioni.

Il contesto della sentenza

Il Tribunale per i Minorenni di Palermo aveva accolto la richiesta del padre, ordinando il rimpatrio della minore in Germania. Tuttavia, la madre ha impugnato il decreto, sostenendo che la figlia viveva stabilmente con lei, esprimendo il desiderio di rimanere in Italia. La Corte di Cassazione, accogliendo il primo motivo di ricorso della madre, ha sottolineato che il tribunale non aveva adeguatamente considerato la situazione di fatto al momento del trasferimento.

Il presupposto indispensabile per disporre il rimpatrio del minore è che, al momento del trasferimento, il diritto di affidamento sia effettivamente esercitato dal richiedente il rimpatrio.

I principi giuridici in discussione

La Corte ha richiamato l'art. 13 della Convenzione dell'Aja, secondo cui è fondamentale verificare se il genitore che richiede il rimpatrio eserciti effettivamente il diritto di affidamento. In questo caso, il tribunale non ha considerato che la minore viveva con la madre al momento del trasferimento. La sentenza evidenzia che la mera affidabilità legale non può prevalere sulla situazione di fatto esistente, che deve essere tutelata per il bene del minore.

  • Importanza della presenza attiva del genitore affidatario.
  • Valutazione della volontà espressa dal minore, in questo caso confermata dalla stessa S.R.
  • Necessità di considerare il contesto di vita della minore al momento della controversia.

Conclusioni

La sentenza Cass. civ. n. 14561/2014 offre una chiara interpretazione delle norme relative alla sottrazione internazionale di minori, sottolineando la necessità di considerare il contesto umano e relazionale in cui si trovano i minori. La Corte ha ribadito che l'interesse del minore deve prevalere e che le decisioni devono essere basate su evidenze concrete, piuttosto che su presupposti normativi generali. Questo principio è fondamentale per garantire che le decisioni giudiziarie siano sempre orientate al benessere del minore coinvolto.