La recente sentenza n. 24369 della Corte di Cassazione, emessa il 3 luglio 2024, ha sollevato importanti questioni in merito alla legittimazione attiva e passiva nei procedimenti di rettifica degli atti dello stato civile, in particolare nel contesto della gestazione per altri. La Corte ha affrontato il tema del litisconsorzio e della tutela dell'interesse del minore, stabilendo principi fondamentali per la corretta interpretazione delle normative vigenti.
Nel caso in esame, D.D. e C.C., dopo aver avuto una figlia attraverso la procreazione medicalmente assistita, avevano trascritto l'atto di nascita in Italia. Tuttavia, a seguito della cessazione della loro relazione, il pubblico ministero aveva richiesto la rettifica dell'atto, contestando la qualità di genitore di C.C., in assenza di un legame biologico con la minore. La Corte d'Appello di Bari aveva respinto la richiesta, affermando che l'interesse del minore doveva prevalere, mantenendo lo status di entrambi i genitori.
La Corte d'Appello ha concordato con il Tribunale in ordine alla realizzazione dell'interesse preminente della minore solo con la conservazione dello status genitoriale della C.C.
Il ricorso per cassazione ha posto in evidenza la questione della legittimazione attiva dei ricorrenti, i nonni della minore, che hanno cercato di intervenire nel procedimento. La Corte ha ritenuto che la legittimazione ad agire dovesse essere esclusivamente attribuita al pubblico ministero, sottolineando come i ricorrenti non avessero un interesse diretto nel processo. Questo aspetto ha sollevato interrogativi sull'operatività del litisconsorzio e sull'interesse ad agire in contesti di tutela minorile. La Corte ha ribadito che l'azione di rettifica deve essere promossa da chi ha un interesse diretto e riconoscibile, escludendo quindi la possibilità di un'azione da parte dei nonni.
La sentenza n. 24369 del 2024 offre spunti di riflessione significativi sull'importanza di proteggere l'interesse del minore in situazioni di complessità giuridica come quella della gestazione per altri. L'affermazione della Corte che il pubblico ministero deve intervenire per garantire la legalità e la verità del rapporto di filiazione, evidenzia la necessità di un'attenta considerazione delle dinamiche familiari e dei diritti dei minori. In conclusione, questo caso rappresenta un passo importante verso una maggiore chiarezza e protezione dei diritti dei minori nel contesto delle nuove modalità di procreazione.