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Sentenza 23 luglio 2024, n. 143: Riconoscimento dell'Identità Non Binaria e Autodeterminazione Sanitaria

La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 143 del 2024 ha sollevato importanti questioni riguardanti il riconoscimento delle identità di genere non binarie e la regolamentazione degli interventi medico-chirurgici per il loro adeguamento. In particolare, la Corte si è pronunciata sull'articolo 1 della legge 14 aprile 1982, n. 164 e sull'articolo 31, comma 4, del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150, evidenziando come l'attuale legislazione non risponda adeguatamente alle esigenze delle persone che non si identificano in un genere binario.

Il Caso di L. N. e la Richiesta di Rettificazione

Il Tribunale di Bolzano ha sollevato questioni di legittimità costituzionale a seguito della richiesta di L. N., una persona di sesso anagrafico femminile che si identifica in un genere non binario. La legge vigente, infatti, non prevede la possibilità di una rettificazione dell'attribuzione di sesso a un genere diverso da quelli binari, limitando così il riconoscimento dell'identità di genere. La Corte ha pertanto evidenziato come il sistema normativo attuale possa ledere i diritti fondamentali alla salute, all'identità personale e alla dignità.

L'impossibilità di attribuire in rettificazione il genere non binario leda l'identità sociale della persona, la sua salute come benessere psicofisico e il rispetto della sua vita privata e familiare.

Il Regime Autorizzatorio degli Interventi Chirurgici

La Corte ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 31, comma 4, del d.lgs. n. 150 del 2011, che prevedeva l'autorizzazione del tribunale per gli interventi di adeguamento dei caratteri sessuali. Questa prescrizione, secondo la Corte, risulta irragionevole in quanto non tiene conto dell'autodeterminazione e delle esigenze sanitarie del paziente. È emerso che l’autorizzazione giudiziale non è necessaria quando le modificazioni dei caratteri sessuali sono già state effettuate e ritenute sufficienti per la rettificazione.

  • Riconoscimento delle identità non binarie
  • Autodeterminazione nel trattamento medico
  • Critica al sistema normativo vigente

Conclusioni

La sentenza n. 143 del 2024 rappresenta un passo significativo verso il riconoscimento delle identità non binarie e la tutela dei diritti delle persone transessuali. Essa sottolinea l'importanza di un aggiornamento normativo che possa rispondere adeguatamente alle esigenze di una società in evoluzione. È fondamentale che il legislatore prenda in considerazione tali istanze per garantire un sistema giuridico più inclusivo e rispettoso della dignità di ogni individuo.