Donazione e ingratitudine: commento alla sentenza Cass. civ. n. 9055/2022

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 9055 del 21 marzo 2022 offre un'interessante riflessione sulla revocazione della donazione per ingratitudine, una tematica di grande rilevanza nel diritto civile. La Corte ha confermato la decisione della Corte d'Appello di L'Aquila, che aveva accolto la domanda di revocazione della donazione avanzata da D.A.W. nei confronti del nipote D.A.M., evidenziando le condotte di ingratitudine del donatario.

Il contesto della sentenza

La questione ha avuto origine da una donazione di beni immobili effettuata da D.A.W. a favore del nipote D.A.M. Tuttavia, la donante ha richiesto la revocazione della donazione, sostenendo che il comportamento del donatario fosse stato ingiurioso e dannoso per il suo patrimonio. In particolare, D.A.M. era stato coinvolto in comportamenti aggressivi, documentati da testimonianze e misure coercitive, che hanno portato alla decisione di revocare la donazione.

  • Spoglio del garage di proprietà della donante;
  • Comportamenti aggressivi documentati da filmati;
  • Procedimenti penali in corso contro D.A.M. per molestie.
Il grave pregiudizio al patrimonio del donante dolosamente arrecato dal donatario, richiesto, ex art. 801 c.c., quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, deve essere causato con il deliberato proposito di danneggiare il donante.

Analisi dei motivi di ricorso

D.A.M. ha presentato ricorso contro la sentenza, articolando diversi motivi. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili e infondati i motivi presentati, confermando la valutazione dei fatti operata dai giudici di merito. In particolare, la Corte ha sottolineato che il comportamento di D.A.M. fosse connotato da una condotta di ingratitudine tale da giustificare la revocazione della donazione.

La Corte ha ribadito che, per configurare l'ingratitudine, è necessario che vi sia un comportamento del donatario diretto a ledere il patrimonio morale e materiale del donante. In questo caso, i comportamenti di D.A.M. sono stati considerati espressione di una profonda avversione nei confronti della donante, elemento fondamentale per la revocazione della donazione.

Le conseguenze giuridiche

La sentenza in esame offre importanti spunti di riflessione sulle conseguenze giuridiche della revocazione della donazione per ingratitudine. In particolare, essa evidenzia come i comportamenti aggressivi e ingiuriosi possano condurre a una rivalutazione dei diritti patrimoniali tra donante e donatario. La decisione della Corte di Cassazione ribadisce l'importanza di tutelare il patrimonio morale del donante, riconoscendo la legittimità della revoca in presenza di condotte di ingratitudine.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 9055 del 2022 della Corte di Cassazione rappresenta un'importante pronuncia in materia di donazioni e ingratitudine. Essa chiarisce le condizioni necessarie per la revocazione di una donazione, sottolineando la rilevanza dei comportamenti del donatario e il loro impatto sul patrimonio del donante. Le decisioni di merito sono state ritenute congrue e supportate da prove adeguate, evidenziando l'importanza di un attento esame delle condotte dei soggetti coinvolti.

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