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Commento alla Sentenza Cass. pen. n. 38126/2023: Assistenza Familiare e Violazione degli Obblighi

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 38126 del 18 settembre 2023, offre importanti spunti di riflessione sui reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare e sulle relative cause di non punibilità. In particolare, la decisione si concentra sulla questione dell'inadempimento di un provvedimento giudiziario in materia di affidamento di minori, un tema di grande rilevanza nel diritto di famiglia.

Il Caso e le Condotte Contestate

Nel caso in esame, l'imputata A.A. era stata condannata per aver eluso un provvedimento del Tribunale di Torino che stabiliva le modalità di visita della figlia minore. In particolare, la Corte di Appello aveva confermato la condanna per il reato di cui all'art. 388, comma 2, c.p. e il reato di cui all'art. 574-bis c.p., con riferimento a condotte che avevano impedito l'esercizio della responsabilità genitoriale da parte del padre.

Nel caso in esame, difetta la condotta tipica del reato, ovvero il trasferimento o il "trattenimento" all'estero della minore.

Principi Giuridici Rilevanti

La Corte ha ribadito che il reato di cui all'art. 388, comma 2, c.p. si perfeziona nel luogo in cui devono essere adempiute le prescrizioni del giudice. Pertanto, la mera inosservanza di un provvedimento non integra automaticamente il reato, poiché è necessaria la prova di condotte fraudolente o simulate. Questo principio è fondamentale per garantire che non venga punito ogni inadempimento, ma solo quelli caratterizzati da un comportamento in mala fede.

  • Il concetto di "elusione" richiede un quid pluris rispetto al semplice inadempimento.
  • La giurisprudenza stabilisce che la prova dell'impossibilità oggettiva all'adempimento esclude la responsabilità penale.
  • La difesa deve dimostrare le circostanze che giustificherebbero l'inadempimento.

Conclusioni

La sentenza n. 38126/2023 rappresenta un'importante affermazione dei principi di tutela della responsabilità genitoriale e della necessità di prove concrete per la configurazione dei reati in materia di affidamento. La Corte ha, di fatto, escluso la condanna dell'imputata, evidenziando che le difficoltà economiche non possono essere equiparate a condotte fraudolente. Questo approccio sottolinea l'importanza di considerare il contesto e le reali possibilità delle parti coinvolte, per garantire una giustizia equa e bilanciata nel delicato ambito del diritto di famiglia.