Assegno di divorzio e convivenza: la recente sentenza della Cassazione

La recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 27043/2024) offre importanti spunti di riflessione riguardo all'assegno di divorzio e alla sua revoca in presenza di una nuova convivenza. La sentenza, esaminando il caso di A.A. e B.B., chiarisce come la stabilità della nuova relazione sentimentale di un coniuge possa influenzare il diritto al mantenimento, evidenziando l'importanza della prova nella valutazione delle condizioni di vita post-divorzio.

Il caso in esame

Il Tribunale di Velletri aveva inizialmente accolto il ricorso di A.A. per la revoca dell'assegno divorzile di 1.000 euro a favore di B.B., ritenendo che quest'ultima avesse instaurato una relazione more uxorio con un altro partner. Tuttavia, la Corte di Appello di Roma ha parzialmente modificato tale decisione, riducendo l'assegno a 500 euro. A.A. ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando le valutazioni della Corte di Appello.

Principi giuridici e valutazione delle prove

La Corte di Cassazione ha ribadito che, ai fini della revoca dell'assegno divorzile, la prova di una nuova convivenza deve essere rigorosa e dimostrare l'esistenza di un progetto di vita condiviso. In particolare, la Corte ha sottolineato che:

  • La coabitazione non è un requisito indispensabile per considerare una relazione come una famiglia di fatto.
  • È necessario valutare globalmente tutti gli indizi della relazione, non limitandosi alla mera assenza di coabitazione.
  • Il nuovo progetto di vita deve essere dimostrato attraverso prove concrete di assistenza morale e materiale reciproca.
La coabitazione assume una valenza indiziaria, ma l'assenza di essa non è decisiva per negare il diritto all'assegno divorzile.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la Corte di Appello avesse correttamente valutato gli elementi probatori, concludendo che non vi fossero sufficienti prove per dimostrare la stabilità della nuova relazione di B.B. e che le spese condivise e i viaggi non fossero indicativi di una vera comunanza di vita.

Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per i giudici e gli avvocati che operano nel campo del diritto di famiglia. Essa chiarisce che la valutazione della prova deve essere complessiva e non atomistica, e che la mera coabitazione non è sufficiente per determinare la revoca dell'assegno divorzile. I coniugi devono dimostrare la sussistenza di un nuovo progetto di vita condiviso per legittimare la richiesta di modifica degli accordi economici post-divorzio. In conclusione, la sentenza della Cassazione non solo guida le future decisioni giudiziarie, ma offre anche spunti per una riflessione più ampia sul concetto di famiglia e sui diritti dei coniugi in fase di separazione e divorzio.

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