La recente sentenza n. 4038 della Corte di Cassazione, pronunciata il 14 febbraio 2024, offre importanti spunti di riflessione sulla tematica dell'addebito della separazione tra coniugi. La questione centrale è stata l'accertamento della responsabilità di uno dei coniugi nella crisi coniugale e l'intollerabilità della prosecuzione della convivenza. In questo articolo, analizzeremo i punti salienti della sentenza e il suo impatto sulla giurisprudenza in materia di separazione.
Nel caso in esame, A.A. aveva impugnato la sentenza della Corte d'Appello di Bari, che aveva accolto in parte il suo appello, aumentando l'assegno di mantenimento per le due figlie minori e respingendo la sua richiesta di addebito della separazione al coniuge B.B. Per la Corte, l'infedeltà di A.A. era stata provata tramite prove atipiche, tra cui relazioni investigative. Questo ha sollevato un dibattito sulla validità di tali prove, in particolare sulla loro capacità di dimostrare un nesso causale tra comportamenti coniugali e la crisi matrimoniale.
La Corte ha ribadito che la dichiarazione di addebito della separazione richiede la prova che la crisi matrimoniale sia ricollegabile esclusivamente a comportamenti contrari ai doveri coniugali. In particolare, è necessario dimostrare:
In tema di addebito della separazione, l'anteriorità della crisi della coppia rispetto all'infedeltà di uno dei due coniugi esclude il nesso causale tra quest'ultima condotta e l'intollerabilità della prosecuzione della convivenza.
Nella sentenza in commento, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando come l'intenzione di separarsi fosse stata manifestata dal marito nel 2016, prima che A.A. avanzasse la sua richiesta. Questo ha portato a concludere che le problematiche esistenti non erano sufficienti a giustificare la richiesta di addebito da parte della ricorrente.
La sentenza n. 4038 della Corte di Cassazione rappresenta un'importante conferma dell'orientamento giurisprudenziale in materia di separazione e addebito. Essa evidenzia come sia fondamentale dimostrare il nesso causale tra i comportamenti dei coniugi e l'intollerabilità della convivenza. Questo principio non solo guida i giudici nelle loro decisioni, ma offre anche una chiara indicazione ai coniugi riguardo ai diritti e ai doveri che derivano dal matrimonio.