Assegno di Divorzio: Commento sulla Sentenza Cass. Civ. n. 30602 del 2024

La sentenza n. 30602 della Corte di Cassazione, pubblicata il 28 novembre 2024, offre importanti chiarimenti riguardo all'assegno di divorzio, evidenziando come la valutazione delle condizioni economiche delle parti e il contributo fornito dal coniuge più debole siano elementi fondamentali per la sua determinazione. In questo articolo, analizzeremo i punti salienti della decisione e le sue implicazioni pratiche.

Il caso in esame

Il procedimento prende avvio dalla separazione tra A.A. e B.B., in cui si richiedeva la determinazione dell'assegno divorzile. La Corte di Appello di Roma aveva già confermato un assegno di 550,00 Euro mensili, stabilendo che il marito, A.A., percepiva un reddito da pensione di circa 5.000,00 Euro, mentre la moglie, B.B., solo 1.850,00 Euro. Questo squilibrio economico, unito ai sacrifici professionali compiuti da B.B. durante il matrimonio, ha portato alla decisione di mantenere l'assegno.

I principi giuridici richiamati dalla Corte

La Corte ha fatto riferimento ai principi stabiliti dalle Sezioni Unite nel 2018, i quali stabiliscono che il giudice deve considerare diversi fattori per valutare l'assegno divorzile:

  • La capacità economica dei coniugi al momento del divorzio.
  • Il contributo di ciascun coniuge alla vita familiare e alla formazione del patrimonio comune.
  • La durata del matrimonio e le eventuali scelte professionali sacrificate da uno dei coniugi.
La funzione equilibratrice del reddito degli ex coniugi non è finalizzata alla ricostituzione del tenore di vita endoconiugale, ma al riconoscimento del ruolo e del contributo fornito dall'ex coniuge economicamente più debole.

Conclusioni

La sentenza Cass. Civ. n. 30602 del 2024 rappresenta un passo significativo nella giurisprudenza italiana riguardo all'assegno di divorzio. Essa ribadisce l'importanza di un'analisi comparativa delle condizioni economiche delle parti e del riconoscimento del contributo del coniuge più debole nella vita matrimoniale. La Corte ha chiarito che l'assegno deve avere una funzione non solo assistenziale, ma anche compensativa e perequativa, in linea con i principi di solidarietà previsti dalla Costituzione.

Studio Legale Bianucci