La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 28551 del 13 ottobre 2023, affronta il delicato tema del riconoscimento della paternità e delle conseguenze legali ad essa collegate. La decisione si inserisce in un contesto giuridico complesso, dove la prova della procreazione e le responsabilità economiche dei genitori sono al centro del dibattito legale.
Il caso in esame nasce da un ricorso di A.A. contro la sentenza della Corte d'appello di Salerno che aveva riconosciuto la paternità nei confronti di B.B. e aveva stabilito un assegno di mantenimento. La Corte ha ribadito che la dichiarazione di paternità non può basarsi solo su un test del DNA, ma deve considerare anche altri elementi probatori, come la frequentazione tra i genitori e la conoscenza della procreazione.
La Corte di merito ha sottolineato che la dichiarazione giudiziale di paternità si basa su prove di gravità, precisione e concordanza.
La sentenza tocca importanti questioni giuridiche riguardanti l'illecito endofamiliare e la responsabilità economica del genitore. In particolare, la Corte chiarisce che la consapevolezza della procreazione è fondamentale per attribuire responsabilità al genitore non riconoscente. Inoltre, l'assegno di mantenimento deve essere proporzionato alle capacità economiche dei genitori e alle reali necessità di sostentamento del figlio.
Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un passo significativo nella tutela dei diritti dei minori e nella definizione delle responsabilità genitoriali. Riconoscere il diritto alla paternità non è solo un atto formale, ma implica anche doveri economici e affettivi che i genitori devono rispettare. La sentenza invita a una riflessione profonda sull'importanza di garantire un sostegno adeguato ai figli, sia dal punto di vista economico che relazionale.