La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 20323 del 2019 offre un'importante riflessione sulla questione della riconciliazione nel contesto del divorzio. La sentenza, emessa il 26 luglio 2019, si concentra sulla necessità di fornire prove concrete della riconciliazione tra coniugi e dell'applicabilità delle norme processuali in materia di divorzio.
Il caso in esame riguarda O.M.L., che ha impugnato una sentenza della Corte d'Appello di Bari, con l'argomento principale di una presunta violazione del diritto di difesa. La Corte ha ritenuto che, nel procedimento di divorzio, non si applichino gli articoli 183 e 190 del codice di procedura civile, bensì la normativa speciale di cui alla Legge 898/1970, che regola le procedure di divorzio in modo accelerato. Questo aspetto è cruciale, poiché evidenzia come il legislatore abbia inteso evitare comportamenti dilatori e garantire una rapida definizione delle controversie relative allo status coniugale.
Un altro punto significativo sollevato dalla sentenza riguarda la prova della riconciliazione. La Corte ha stabilito che la mera coabitazione o incontri sporadici non sono sufficienti a dimostrare una vera e propria ripresa della vita coniugale. È necessario fornire prove chiare e incontrovertibili che attestino un effettivo ripristino della comunione di vita e di intenti. In questo contesto, la Corte ha richiamato giurisprudenza consolidata, sottolineando che l'onere della prova grava su chi richiede l'accertamento della riconciliazione.
La Corte ha ribadito che la mancata assegnazione dei termini per il deposito delle comparse conclusionali non giustifica, di per sé, una violazione del diritto di difesa, se non viene dimostrato il pregiudizio derivante da tale omissione.
Questa sentenza pone in evidenza l'importanza di un'adeguata preparazione delle prove in materia di riconciliazione e di divorzio. I coniugi che desiderano dimostrare una ripresa della relazione devono essere consapevoli della necessità di fornire elementi significativi e concreti. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d'Appello, ha chiarito che le regole procedurali nel divorzio mirano a garantire celerità e chiarezza, evitando interpretazioni ambigue o generiche. La sentenza n. 20323 del 2019 rappresenta quindi un punto di riferimento importante per tutti gli avvocati e i professionisti del diritto di famiglia, sottolineando la necessità di un approccio rigoroso nella gestione delle prove durante i procedimenti di divorzio.
In sintesi, l'ordinanza della Corte di Cassazione offre uno spunto di riflessione sul delicato equilibrio tra diritto di difesa e necessità di accelerare le procedure di divorzio. Le parti coinvolte devono essere pronte a presentare prove concrete e verificabili per sostenere le proprie posizioni, evitando generiche affermazioni di riconciliazione. Questa sentenza ci ricorda l'importanza di un approccio informato e strategico nei procedimenti di diritto di famiglia.
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