La sentenza n. 9067 della Corte di Cassazione, emessa il 12 aprile 2018, rappresenta un'importante svolta nella giurisprudenza riguardante la responsabilità della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, per omessa vigilanza. Questo caso, che coinvolge numerosi risparmiatori danneggiati da un agente di cambio, evidenzia la necessità di un intervento proattivo da parte dell'ente di controllo per garantire la protezione degli investitori.
Nel caso in esame, 113 risparmiatori avevano citato in giudizio la Consob e la Repubblica Italiana, lamentando danni derivanti da comportamenti illeciti di un agente di cambio. I giudici di primo grado avevano riconosciuto una responsabilità parziale della Consob, addebitandole un ritardo nell'attività ispettiva. Tuttavia, la Corte d'Appello di Roma aveva modificato la decisione, negando la responsabilità della Consob per la maggior parte delle violazioni.
La Corte d’Appello ha ritenuto che l’attività ispettiva della Consob fosse tardiva, nonostante le segnalazioni di irregolarità.
Con la sentenza n. 9067, la Corte di Cassazione ha affermato che la Consob ha un obbligo di vigilanza nei confronti degli intermediari finanziari, dovere che deriva dai principi di legalità e imparzialità. La Corte ha sottolineato che la discrezionalità dell'ente non può giustificare la mancata attuazione di misure di controllo quando emergono evidenti segnali di allerta.
La sentenza n. 9067 del 2018 segna un passo significativo nel rafforzamento della protezione degli investitori e nella responsabilizzazione della Consob. Le decisioni future dovranno seguire questo orientamento, garantendo che la vigilanza sia non solo un potere, ma un dovere ineludibile per l'ente di controllo. La necessità di un intervento tempestivo in presenza di segnali di irregolarità è ora chiaramente sancita dalla giurisprudenza, a beneficio di tutti i risparmiatori.