Avv. Marco Bianucci

Avv. Marco Bianucci

Avvocato Matrimonialista

Il diritto al riconoscimento e l'identità del minore

La nascita di un figlio rappresenta un momento di profonda trasformazione, ma quando uno dei genitori rifiuta di procedere al riconoscimento, la situazione può diventare emotivamente complessa e giuridicamente delicata. Il nostro ordinamento tutela con forza il diritto di ogni individuo a conoscere le proprie origini e ad avere uno status di filiazione certo. In qualità di avvocato familiarista operante a Milano, comprendo quanto sia difficile affrontare il rifiuto dell'altro genitore o, viceversa, trovarsi a dover gestire una richiesta di riconoscimento che si ritiene infondata. L'obiettivo primario deve sempre essere la tutela del minore e la garanzia dei suoi diritti fondamentali, sia affettivi che patrimoniali.

La procedura di dichiarazione giudiziale di paternità e maternità

Quando il riconoscimento non avviene spontaneamente, l'articolo 269 del Codice Civile prevede lo strumento della dichiarazione giudiziale di paternità o maternità. Si tratta di un'azione legale volta ad accertare la verità biologica e a costituire formalmente il rapporto di filiazione, con tutti i doveri e i diritti che ne conseguono. La prova della filiazione può essere data con ogni mezzo, ma nel contesto attuale la prova regina è rappresentata dalle indagini ematologiche e genetiche, ovvero il test del DNA. È fondamentale sapere che l'azione per ottenere la dichiarazione giudiziale di paternità o maternità è imprescrittibile per il figlio: questo significa che può essere promossa in qualsiasi momento della sua vita, anche in età adulta.

Le conseguenze del rifiuto ingiustificato al test del DNA

Una delle questioni più dibattute riguarda il comportamento del presunto genitore che si rifiuta di sottoporsi al prelievo per l'esame del DNA. La giurisprudenza italiana è ormai consolidata nel ritenere che, sebbene nessuno possa essere costretto fisicamente a subire un prelievo biologico, il giudice può trarre argomenti di prova da tale rifiuto. In pratica, se il rifiuto non è supportato da una valida giustificazione, esso può essere valutato dal Tribunale come un'ammissione implicita della paternità o maternità, specialmente se accompagnato da altri indizi che suggeriscono l'esistenza di una relazione tra le parti all'epoca del concepimento.

L'approccio dello Studio Legale Bianucci all'accertamento della filiazione

L'Avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, affronta i casi di accertamento della paternità con un metodo che privilegia la discrezione e la risolutezza. La strategia dello studio inizia sempre con un'analisi preliminare approfondita e, ove possibile, con un tentativo di mediazione stragiudiziale per invitare la controparte a un riconoscimento spontaneo, evitando così i tempi e i costi di un giudizio. Tuttavia, quando l'azione legale diviene necessaria, lo Studio Legale Bianucci assiste il cliente in ogni fase processuale, dalla raccolta delle prove testimoniali e documentali fino alla gestione delle consulenze tecniche d'ufficio per l'esame del DNA. L'obiettivo non è solo ottenere la sentenza dichiarativa, ma anche garantire che vengano stabiliti contestualmente i provvedimenti relativi al mantenimento, all'affidamento e al cognome del minore, assicurando una tutela completa.

Domande Frequenti

Cosa succede se il presunto padre si rifiuta di fare il test del DNA?

Il rifiuto ingiustificato di sottoporsi al test del DNA viene valutato molto severamente dai giudici. Secondo la Corte di Cassazione, tale comportamento può essere considerato come un elemento di prova sufficiente, insieme ad altri indizi, per dichiarare la paternità. Il giudice può quindi accogliere la domanda di accertamento basandosi proprio sulla mancata collaborazione del presunto genitore.

Posso chiedere gli arretrati per il mantenimento mai versato?

Sì, la sentenza che dichiara la paternità o la maternità produce gli effetti del riconoscimento fin dal momento della nascita. Pertanto, il genitore che ha provveduto da solo al mantenimento del figlio ha diritto di agire per ottenere il rimborso della quota spettante all'altro genitore per il periodo pregresso, nei limiti della prescrizione quinquennale, oltre a stabilire l'assegno per il futuro.

Quanto tempo dura una causa per il riconoscimento della paternità?

La durata di un procedimento di accertamento giudiziale di paternità può variare in base alla complessità del caso e al carico di lavoro del Tribunale competente. Se la controparte collabora e si procede rapidamente al test del DNA, i tempi possono essere contenuti. In caso di forte opposizione o difficoltà nelle notifiche, i tempi potrebbero allungarsi. Un avvocato esperto in diritto di famiglia saprà stimare le tempistiche in base alla situazione specifica del foro di Milano.

Il figlio può assumere il cognome del padre dopo la sentenza?

Sì, con la sentenza che accerta la filiazione, il Tribunale decide anche in merito al cognome del figlio. Il figlio può aggiungere il cognome del padre a quello della madre, anteporlo o sostituirlo, a seconda dell'età del minore e del suo interesse, o della volontà del figlio se maggiorenne, sempre nel rispetto della recente giurisprudenza della Corte Costituzionale.

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Se ti trovi a dover gestire una situazione di mancato riconoscimento o devi difenderti da un'azione di accertamento, è essenziale agire con il supporto di un professionista competente. Contatta l'avv. Marco Bianucci per una valutazione approfondita del tuo caso. Lo studio, situato in Via Alberto da Giussano 26 a Milano, è pronto a offrirti l'assistenza necessaria per tutelare i tuoi diritti e quelli di tuo figlio con la massima riservatezza e professionalità.

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