Uno dei problemi più frequenti e frustranti che si affrontano nelle aule di giustizia riguarda la determinazione dell'assegno di mantenimento quando la documentazione fiscale non rispecchia la realtà economica della famiglia. Spesso, il genitore collocatario si trova a dover gestire le spese per i figli a fronte di un contributo economico dell'altro genitore irrisorio, calcolato su una dichiarazione dei redditi minima o addirittura inesistente. In qualità di avvocato matrimonialista operante a Milano, l'Avv. Marco Bianucci comprende profondamente il senso di ingiustizia che scaturisce da queste situazioni, dove la tutela del minore rischia di essere compromessa da comportamenti elusivi.
La legge italiana, fortunatamente, non si ferma alla superficie formale della dichiarazione dei redditi. La giurisprudenza è consolidata nel ritenere che la capacità economica di un genitore debba essere valutata nella sua globalità, includendo il patrimonio immobiliare, mobiliare e, soprattutto, l'effettivo tenore di vita manifestato. Se un genitore dichiara redditi esigui ma possiede auto di lusso, frequenta circoli esclusivi o effettua viaggi costosi, il giudice ha il dovere di indagare oltre il documento fiscale. Il principio cardine è che il mantenimento deve garantire ai figli lo stesso tenore di vita goduto in costanza di convivenza, compatibilmente con le risorse attuali dei genitori.
Quando vi è il fondato sospetto che il genitore obbligato stia occultando le proprie reali disponibilità economiche, il sistema giuridico offre strumenti incisivi per far emergere la verità. Presso il Tribunale di Milano, la prassi è molto attenta a queste dinamiche. Non basta, tuttavia, affermare che l'altro genitore 'guadagna in nero'; è necessario attivare procedure specifiche. Lo strumento principale è l'istanza per l'ordine di esibizione documentale ex art. 210 c.p.c. o, nei casi più complessi, la richiesta di indagini di polizia tributaria tramite la Guardia di Finanza.
L'approccio dell'Avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, si concentra sull'utilizzo strategico delle recenti riforme processuali. Oggi è possibile richiedere al giudice l'accesso diretto alle banche dati dell'Anagrafe Tributaria e dei rapporti finanziari. Questo permette di vedere non solo i redditi dichiarati, ma anche i saldi dei conti correnti, gli investimenti finanziari, le partecipazioni societarie e i beni intestati a prestanome o trust. L'obiettivo è ricostruire la reale capacità patrimoniale del soggetto per garantire che l'assegno di mantenimento sia equo e proporzionato alle vere possibilità economiche, non a quelle fittizie.
Se il lavoro è totalmente sommerso, la dichiarazione dei redditi sarà inutile. In questi casi, è fondamentale raccogliere prove indiziarie sul tenore di vita (foto di vacanze, acquisti, auto, frequentazioni). Queste prove possono convincere il giudice a disporre indagini approfondite da parte della Guardia di Finanza o a ordinare accessi alle banche dati per verificare discrepanze tra spese sostenute e reddito zero.
Sì. Nell'ambito dei procedimenti di famiglia, il giudice può ordinare agli istituti di credito o all'Agenzia delle Entrate di esibire gli estratti conto e la documentazione relativa ai rapporti finanziari, qualora vi siano contestazioni fondate sull'attendibilità dei redditi dichiarati e sia necessario per tutelare l'interesse economico dei figli.
Le tempistiche dipendono dal carico del Tribunale e dalla complessità dell'indagine. Tuttavia, con la Riforma Cartabia, i poteri istruttori del giudice sono stati rafforzati e anticipati. Se l'istanza è ben motivata e documentata sin dall'inizio, il giudice può disporre gli accertamenti già nella prima fase del procedimento, riducendo i tempi di attesa per la determinazione dell'assegno provvisorio.
La giurisprudenza tende a sanzionare le riduzioni di reddito dolose o colpose. Se un genitore si dimette volontariamente per sottrarsi agli obblighi di mantenimento, il giudice può calcolare l'assegno basandosi sulla sua 'capacità lavorativa' potenziale, ovvero su quanto potrebbe guadagnare dato il suo profilo professionale, ignorando la disoccupazione volontaria.
Affrontare un procedimento per il mantenimento dei figli quando la controparte non è trasparente richiede competenza tecnica e una strategia processuale rigorosa. Se sospetti che il reddito dichiarato non corrisponda alla realtà, contatta l'avv. Marco Bianucci per analizzare la tua situazione. Lo Studio Legale Bianucci riceve a Milano in via Alberto da Giussano, 26, ed è pronto a mettere la propria esperienza al servizio della tutela dei tuoi diritti e di quelli dei tuoi figli.