La determinazione dell'assegno divorzile rappresenta uno dei momenti più delicati nella chiusura di un rapporto coniugale, specialmente quando le parti coinvolte sono liberi professionisti, imprenditori o titolari di Partita IVA. A differenza del lavoro dipendente, dove la busta paga offre un parametro certo e costante, il reddito da lavoro autonomo è per sua natura variabile e soggetto a fluttuazioni. In qualità di avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, l'Avv. Marco Bianucci comprende che la semplice lettura della dichiarazione dei redditi spesso non è sufficiente a fotografare la reale capacità economica del coniuge, rendendo necessaria un'analisi più approfondita per garantire equità e giustizia.
Nel contesto giuridico attuale, e specificamente secondo le prassi consolidate del Tribunale di Milano, il calcolo dell'assegno di divorzio non si basa più esclusivamente sul tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. A seguito del celebre intervento delle Sezioni Unite della Cassazione del 2018, l'assegno ha assunto una natura composita: assistenziale, ma anche perequativa e compensativa. Per i professionisti e le Partite IVA, questo significa che il giudice deve valutare l'effettiva disponibilità economica, che spesso diverge dal reddito imponibile fiscale.
Le linee guida milanesi pongono l'accento sulla necessità di ricostruire l'effettivo patrimonio. Questo processo include l'esame dei bilanci, l'analisi dei flussi di cassa e, aspetto cruciale, la verifica delle spese personali sostenute attraverso l'attività professionale (come auto aziendali, telefonia, viaggi o promiscuità nell'uso dei conti correnti). L'obiettivo è isolare il reddito netto reale disponibile per il professionista, depurandolo da ammortamenti o costi che non riducono l'effettiva capacità di spesa, per giungere a una quantificazione dell'assegno che sia corretta e sostenibile.
L'Avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, adotta un metodo rigoroso e analitico nella gestione di divorzi che coinvolgono redditi autonomi. La strategia dello studio non si limita alla raccolta documentale standard, ma procede attraverso una disamina critica della documentazione contabile e fiscale degli ultimi tre-cinque anni. Questo approccio permette di evidenziare trend di guadagno e di neutralizzare eventuali tentativi di occultamento del reddito o di improvvise contrazioni del fatturato strumentali alla causa di divorzio.
La tutela del cliente, sia esso il coniuge richiedente o quello obbligato al versamento, passa attraverso la valorizzazione del contributo fornito alla vita familiare e alla formazione del patrimonio comune. Collaborando all'occorrenza con consulenti tecnici di parte, lo Studio Legale Bianucci lavora per trasformare dati contabili complessi in argomentazioni giuridiche solide, garantendo che il calcolo dell'assegno rispecchi la realtà economica e non solo quella fiscale. Questo metodo di lavoro, basato sulla trasparenza e sulla competenza tecnica, è fondamentale per evitare sperequazioni ingiuste e per raggiungere accordi o sentenze che resistano nel tempo.
Il Tribunale non si ferma al dato dell'ultima dichiarazione dei redditi. Solitamente viene effettuata una media dei redditi netti degli ultimi tre anni, corretta analizzando le spese effettive sostenute e i benefici (fringe benefits) derivanti dall'attività lavorativa che coprono esigenze di vita personale.
La variabilità è intrinseca al lavoro autonomo. Tuttavia, se la fluttuazione appare anomala o sospetta in concomitanza con la separazione, il giudice può disporre indagini di polizia tributaria. L'Avv. Marco Bianucci lavora per dimostrare la reale capacità reddituale basandosi sullo stile di vita e sulle movimentazioni bancarie, oltre che sui documenti fiscali.
Sì, in modo significativo. Se spese classificate come aziendali (auto, carburante, utenze, viaggi) coprono in realtà bisogni personali o familiari, queste somme vengono di fatto 'riaggiunte' al reddito disponibile del professionista per il calcolo dell'assegno, aumentandone la base imponibile ai fini divorzili.
Assolutamente sì. L'assegno divorzile è sempre rivedibile secondo la clausola 'rebus sic stantibus'. Se sopravvengono giustificati motivi, come una crisi di mercato strutturale che riduce drasticamente e in modo non colpevole il fatturato del professionista, è possibile richiedere al Tribunale una revisione o la revoca dell'importo stabilito.
La gestione degli aspetti economici in un divorzio con Partite IVA richiede competenza specifica e attenzione ai dettagli contabili. Se stai affrontando questa situazione e necessiti di una consulenza strategica, contatta lo studio per un appuntamento. L'Avv. Marco Bianucci ti riceverà presso la sede di Milano in Via Alberto da Giussano, 26, per analizzare la tua situazione patrimoniale e definire la migliore linea difensiva.