Le pronunce della Corte di Cassazione sono cruciali per l'evoluzione del diritto. La sentenza n. 19407, depositata il 23 maggio 2025, affronta un tema attuale: la ludopatia come "incapacità per infermità" della persona offesa, presupposto per la procedibilità d'ufficio del reato di sequestro di persona. Questa decisione, che ha rigettato il ricorso dell'imputato Z. P.M. G. L., apre nuove prospettive sulla tutela delle vittime vulnerabili.
Il reato di sequestro di persona (art. 605 c.p.) è generalmente procedibile d'ufficio. La norma rafforza tale procedibilità se la vittima è vulnerabile per incapacità da infermità. Tradizionalmente, ciò era inteso in senso stretto, riferendosi a patologie psichiche o fisiche gravi. La Suprema Corte ha ora chiarito se la ludopatia possa influire sull'autodeterminazione della vittima, giustificando la procedibilità d'ufficio e garantendo maggiore protezione.
La sentenza n. 19407/2025, con Presidente R. Pezzullo e estensore I. Scordamaglia, segna un passo avanti. La Cassazione ha stabilito che la ludopatia può, a determinate condizioni, essere considerata infermità rilevante per la procedibilità d'ufficio. Questa interpretazione estensiva mira a tutelare persone che, a causa di fragilità specifiche, non sono in grado di difendersi o di esprimere liberamente la propria volontà.
L'incapacità per infermità della persona offesa, che costituisce presupposto normativo per la procedibilità d'ufficio del reato di sequestro di persona, può essere determinata anche dal disturbo ludopatico, nel caso in cui, a cagione di esso, il soggetto passivo presenti una riduzione della sua sfera cognitiva e/o volitiva, anche transitoria e non tale da compromettere radicalmente o far scemare grandemente, nel loro complesso, le sue capacità intellettive.
Questa massima è cruciale. Chiarisce che l'incapacità non deve essere grave o permanente. È sufficiente che il disturbo ludopatico comporti una "riduzione della sua sfera cognitiva e/o volitiva", anche se transitoria. La vittima, pur comprendendo razionalmente, potrebbe non agire liberamente a causa della compulsione e dipendenza dal gioco d'azzardo. La Corte riconosce che la ludopatia può minare l'autodeterminazione, rendendo l'individuo più vulnerabile a manipolazioni. Questo orientamento estende la tutela a condizioni meno manifeste che incidono sulla libertà individuale, in linea con precedenti giurisprudenziali (N. 21065/2024 e N. 33865/2023).
La sentenza n. 19407/2025 della Cassazione è un punto di svolta. Riconoscendo la ludopatia come possibile causa di incapacità per infermità ai fini della procedibilità d'ufficio del sequestro di persona, la Suprema Corte rafforza la protezione delle persone più fragili. Invita gli operatori del diritto a maggiore sensibilità verso le nuove dipendenze e le loro ripercussioni sulla libertà individuale, garantendo che i casi di sequestro di vittime ludopatiche possano essere perseguiti d'ufficio, in linea con i principi di tutela della dignità umana e della libertà personale.