La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 22136, emessa il 13 luglio 2022, offre un'importante occasione di riflessione in merito alla responsabilità professionale nel settore sanitario e alla corretta liquidazione del danno non patrimoniale. La Corte ha affrontato questioni centrali riguardanti l'onere della prova e la liquidazione del danno, stabilendo principi che potrebbero influenzare futuri contenziosi in ambito medico.
Il caso in esame ha coinvolto un paziente, P.A., che ha subito danni a seguito di interventi di chirurgia estetica. La Corte d'Appello di Firenze ha confermato la responsabilità delle società coinvolte, stabilendo che avevano violato il dovere di informazione e che dovevano risarcire i danni. Tuttavia, la questione cruciale è emersa dalla decisione della Corte in merito alla liquidazione delle spese legali e della personalizzazione del danno.
La mancata statuizione sulle spese di lite integra una lesione del diritto costituzionale ad una tutela giurisdizionale effettiva.
La Corte ha ribadito che la liquidazione del danno non patrimoniale deve seguire criteri equitativi e che il giudice è tenuto a motivare adeguatamente le proprie decisioni. In particolare, è stato evidenziato che la mancata pronuncia su un capo della domanda, come nel caso delle spese legali, costituisce un vizio di omessa pronuncia. Questo è un principio fondamentale nel diritto civile, che garantisce la completezza della tutela giurisdizionale.
Questa sentenza rappresenta un'importante affermazione dei diritti dei pazienti e una guida per i professionisti legali nel trattare casi di responsabilità medica. L'accento posto sulla necessità di una motivazione chiara e sull'importanza di rispettare le norme procedurali è un richiamo significativo per tutti gli operatori giuridici. La Cassazione, con questa pronuncia, non solo chiarisce il quadro normativo, ma offre anche spunti di riflessione utili per la formazione e l'aggiornamento professionale degli avvocati.