La sentenza n. 19608 del 25 gennaio 2023, emessa dalla Corte di Cassazione, si è occupata di un tema di grande rilevanza nel diritto penale: le misure cautelari personali. In particolare, la Corte ha analizzato i criteri di valutazione per l’applicazione degli arresti domiciliari, sottolineando l'importanza di una motivazione adeguata e non basata su mere supposizioni.
Il caso riguardava M. P. M. Seccia Domenico, per il quale era stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Tuttavia, il Tribunale della Libertà di Messina aveva ritenuto inadeguata tale misura, avviando un procedimento di riesame. La Corte di Cassazione, nel riesaminare il caso, ha ritenuto fondamentale chiarire i criteri per la valutazione di adeguatezza delle misure cautelari.
SCELTA DELLE MISURE (CRITERI) - Arresti domiciliari – Valutazione di inadeguatezza rispetto al contenimento delle esigenze cautelari - Motivazione - Contenuto. In tema di misure cautelari personali, la valutazione di inadeguatezza degli arresti domiciliari non può essere basata su mere supposizioni o ipotesi astratte, il cui verificarsi è possibile 'in rerum natura', ma non probabile secondo regole di comune esperienza, dovendo essere, invece, fondata sulla prognosi della mancata osservanza, da parte del sottoposto, delle prescrizioni a lui imposte, concretamente effettuabile al cospetto di elementi specifici, indicativi della sua scarsa capacità di autocontrollo.
La Corte ha stabilito che la valutazione di inadeguatezza degli arresti domiciliari deve basarsi su una prognosi concreta e non su mere ipotesi. In altre parole, non basta affermare che il soggetto potrebbe non rispettare le prescrizioni; è necessario fornire elementi concreti e specifici che dimostrino la sua scarsa capacità di autocontrollo. Questo principio è cruciale per garantire il rispetto dei diritti dell’individuo e per evitare misure cautelari eccessive o non motivate.
La sentenza si riferisce esplicitamente a diversi articoli del Nuovo Codice di Procedura Penale, in particolare:
La giurisprudenza precedente, come le sentenze n. 12095 del 2021 e n. 209 del 2021, ha già affrontato questioni simili, confermando l'importanza della motivazione e della concretezza nella valutazione delle misure cautelari.
La sentenza n. 19608 del 2023 rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti individuali nel contesto delle misure cautelari. Essa ribadisce che le decisioni devono essere motivate da elementi concreti e non da supposizioni, garantendo così un equilibrio tra le esigenze di giustizia e i diritti dell'imputato. Le autorità giudiziarie sono chiamate a riflettere su questi principi per assicurare una corretta applicazione delle misure cautelari personali, contribuendo a un sistema giuridico più equo e rispettoso dei diritti fondamentali.