La sentenza n. 19081 del 30 novembre 2022, depositata il 5 maggio 2023, della Corte di Cassazione, si pone come punto di riferimento per comprendere le dinamiche del sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. In particolare, il caso riguarda la disponibilità dei beni da parte dell'imputato e le modalità di prova necessarie per accertarla. Analizzeremo in questo articolo i principali aspetti della sentenza e le implicazioni che essa ha sul diritto penale italiano.
Il sequestro preventivo è uno strumento giuridico volto a garantire il buon esito della giustizia, evitando che il reo possa sottrarre o disperdere i beni eventualmente destinati alla confisca. Secondo l'articolo 321 del Codice di Procedura Penale, il sequestro è consentito in presenza di esigenze cautelari concrete.
La sentenza in esame, emessa dalla Corte di Cassazione, chiarisce che la delega ad operare su un conto corrente da parte di un terzo non è sufficiente a dimostrare la disponibilità delle somme da parte dell'imputato. Questo aspetto è cruciale per comprendere come la giurisprudenza stia evolvendo in merito all'onere della prova in tali situazioni.
Sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente - Beni di cui l’imputato abbia la disponibilità - Delega ad operare su conto corrente di un terzo - Idoneità ad integrare la disponibilità delle somme depositate - Esclusione - Ragioni - Fattispecie. In tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, la delega a operare rilasciata dal titolare di un conto corrente all'imputato, anche se non caratterizzata da limitazioni, non è sufficiente "ex se" a dimostrare la piena disponibilità, da parte di quest'ultimo, delle somme depositate, occorrendo ulteriori elementi di fatto sui quali fondare il giudizio di ragionevole probabilità circa la libera utilizzabilità delle somme da parte del delegato. (Fattispecie in materia di confisca per equivalente disposta a seguito di condanna per violazioni finanziarie).
La decisione della Corte di Cassazione pone in evidenza la necessità di un accertamento rigoroso in merito alla disponibilità dei beni. Di seguito, alcuni punti chiave emersi dalla sentenza:
In conclusione, la sentenza n. 19081 del 2022 rappresenta un'importante tappa nella giurisprudenza italiana in tema di sequestro preventivo e confisca per equivalente. Essa sottolinea l'importanza di una valutazione accurata della disponibilità dei beni, evitando semplificazioni che potrebbero compromettere l'efficacia degli strumenti di prevenzione. Gli operatori del diritto devono tenere conto di questo orientamento per garantire una corretta applicazione della legge e la salvaguardia dei diritti degli imputati.