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Commento sulla Sentenza n. 21495 del 20/12/2022: Rimedio risarcitorio e spazio minimo in carcere | Studio Legale Bianucci

Commento sulla Sentenza n. 21495 del 20/12/2022: Rimedio risarcitorio e spazio minimo in carcere

La sentenza n. 21495 del 20 dicembre 2022 della Corte di Cassazione rappresenta un importante tassello nella giurisprudenza italiana riguardante le condizioni di detenzione e il rispetto dei diritti umani. In particolare, la Corte si è pronunciata sui rimedi risarcitori previsti dall'art. 35-ter dell'ordinamento penitenziario, in relazione al divieto di trattamenti inumani e degradanti, così come sancito dall'art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU).

Il contesto della sentenza

Il caso ha visto come parte convenuta il Ministero della Giustizia, e ha sollevato questioni cruciali riguardo alla determinazione dello spazio individuale minimo da garantire ai detenuti. La Corte ha stabilito che per evitare il rischio di trattamenti inumani, è necessario assicurare uno spazio minimo di tre metri quadrati per ogni detenuto. Tuttavia, un aspetto fondamentale emerso dalla sentenza riguarda la computabilità dello spazio occupato dai letti singoli.

01 Presidente: MOGINI STEFANO. Estensore: FILOCAMO FULVIO. Relatore: FILOCAMO FULVIO. Imputato: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA. (Conf.) Annulla con rinvio, TRIB. SORVEGLIANZA BARI, 15/02/2022 563000 ISTITUTI DI PREVENZIONE E DI PENA (ORDINAMENTO PENITENZIARIO) - Rimedio risarcitorio di cui all’art. 35-ter ord. pen. - Divieto di trattamenti inumani o degradanti - Determinazione dello spazio individuale minimo intramurario - Spazio occupato da letti singoli - Computabilità - Esclusione - Ragioni. In tema di rimedi risarcitori ex art. 35-ter ord. pen. nei confronti di detenuti o internati, ai fini della determinazione dello spazio individuale minimo di tre metri quadrati da assicurare affinché lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti stabilito dall'art. 3 della Convenzione EDU, come interpretato dalla giurisprudenza della Corte EDU, non deve essere computato lo spazio occupato dal letto singolo del soggetto ristretto, in quanto arredo tendenzialmente fisso al suolo, non suscettibile, per il suo ingombro o peso, di facile spostamento da un punto all'altro della cella e tale da compromettere il movimento agevole del predetto al suo interno.

Implicazioni della sentenza

La decisione della Corte di Cassazione ha significative implicazioni per il sistema penitenziario italiano. Essa sottolinea l'importanza di garantire spazi adeguati per i detenuti, in conformità con le normative europee. In particolare, l'esclusione dello spazio occupato dai letti dal computo dello spazio minimo richiesto risponde all'esigenza di assicurare un ambiente detentivo che rispetti la dignità umana e non costituisca una forma di trattamento inumano.

  • Rispettare lo spazio minimo per detenuto è fondamentale per evitare sanzioni da parte della Corte Europea dei Diritti Umani.
  • Il Ministero della Giustizia deve adottare misure per migliorare le condizioni di detenzione.
  • Il rispetto delle normative europee è essenziale per garantire i diritti dei detenuti.

Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 21495 del 20 dicembre 2022 rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti dei detenuti in Italia. Essa non solo chiarisce le modalità di calcolo dello spazio individuale minimo, ma riafferma anche l'impegno del sistema giuridico italiano a rispettare i principi fondamentali di dignità e umanità. Le autorità competenti sono ora chiamate a dare attuazione a quanto stabilito dalla Corte, garantendo che le condizioni di detenzione siano conformi agli standard europei e ai diritti umani, evitando così il rischio di trattamenti inumani e degradanti.

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