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Il concorso esterno in associazione mafiosa: analisi della sentenza n. 33749 del 2023 | Studio Legale Bianucci

Il concorso esterno in associazione mafiosa: analisi della sentenza n. 33749 del 2023

La recente sentenza n. 33749 del 27 aprile 2023 della Corte di Cassazione ha suscitato notevole interesse tra gli operatori del diritto, in particolare per quanto riguarda il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Questa decisione, infatti, fornisce importanti indicazioni sulla natura di questo reato, considerato di tipo eventualmente permanente, e sulle dinamiche collusive che possono intercorre tra i soggetti coinvolti e il sodalizio mafioso.

Il contesto giuridico del concorso esterno

Il concorso esterno in associazione mafiosa, disciplinato dall'art. 416-bis del Codice Penale, si verifica quando un soggetto esterno partecipa, anche in modo indiretto, all'attività dell'organizzazione mafiosa, contribuendo così alla sua operatività. La sentenza in esame chiarisce che il concorso esterno può configurarsi come un reato di natura eventualmente permanente, in quanto la condotta illecita può protrarsi nel tempo, a seconda della stabilità delle relazioni instaurate tra l'imputato e l'associazione mafiosa.

Associazione di tipo mafioso - Concorso esterno - Natura - Reato eventualmente permanente - Fattispecie. Il concorso esterno in associazione di tipo mafioso è reato di natura eventualmente permanente. (In motivazione la Corte ha precisato che anche il patto politico-mafioso avente ad oggetto "voti contro favori", al pari di altre relazioni collusive che possono instaurarsi tra il concorrente esterno e il sodalizio al fine di ottenere reciproci vantaggi, può dar vita ad un rapporto occasionale e circoscritto, se riferito ad una singola competizione elettorale, o a forme sinallagmatiche più stabili e continuative nel tempo).

Le implicazioni della sentenza

Questa sentenza porta con sé diverse implicazioni pratiche. Innanzitutto, la Corte ha evidenziato come i rapporti collusivi possano assumere forme variabili: da un semplice scambio di favori in contesti elettorali a relazioni più strutturate e continuative. Ciò implica che, anche una singola interazione tra un politico e un'organizzazione mafiosa possa integrare il reato di concorso esterno, qualora venga dimostrato che tale interazione ha avuto un impatto reale sull’attività dell’associazione.

  • Le relazioni sinallagmatiche possono essere di natura temporanea o continuativa.
  • Il patto politico-mafioso può manifestarsi in vari modi, incidendo sull'operato politico.
  • È fondamentale valutare la stabilità del rapporto per configurare il reato di concorso esterno.

Conclusioni

La sentenza n. 33749 del 2023 rappresenta un passo significativo nella giurisprudenza italiana riguardante il concorso esterno in associazione mafiosa. Essa chiarisce non solo la natura eventualmente permanente di questo reato, ma anche le modalità attraverso cui possono manifestarsi le relazioni tra il concorrente esterno e l'organizzazione mafiosa. Questo chiarimento è cruciale per la lotta alla mafia, poiché permette di inquadrare meglio i comportamenti illeciti in contesti sia politici che sociali, contribuendo a una più efficace repressione della criminalità organizzata.

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