La recente ordinanza n. 23093 del 26 agosto 2024, emessa dalla Corte di Cassazione, rappresenta un importante punto di riferimento in materia fiscale. Essa si concentra sull'emendabilità della dichiarazione dei redditi, evidenziando come gli errori, sia di fatto che di diritto, non debbano penalizzare eccessivamente i contribuenti. Questo tema è di particolare rilevanza per coloro che si trovano a dover fronteggiare una pretesa tributaria superiore a quella legittima.
In questa ordinanza, la Corte affronta un caso in cui un contribuente, a seguito di un accertamento da parte del fisco, ha contestato una cartella esattoriale derivante da un controllo automatizzato. La questione centrale riguarda la possibilità di impugnare tale cartella in presenza di errori nella dichiarazione dei redditi. La Corte ha stabilito che la dichiarazione, anche se affetta da errori, è emendabile attraverso l'impugnazione della cartella, senza che il termine decadenziale di cui all'art. 2, comma 8-bis, del d.P.R. n. 322 del 1998 possa costituire un ostacolo.
Dichiarazione dei redditi - Iscrizione a ruolo di maggiore pretesa tributaria del fisco - Errore di fatto o di diritto nella dichiarazione - Emendabilità con l'impugnazione della cartella - Ammissibilità - Irrilevanza del termine decadenziale - Fondamento. In tema di imposte sui redditi, la dichiarazione del contribuente, affetta da errori di fatto o di diritto incidenti sull'obbligazione tributaria, è emendabile con l'impugnazione della cartella per la iscrizione a ruolo della maggiore pretesa del Fisco a seguito di controllo automatizzato, indipendentemente dal termine decadenziale di cui all'art. 2, comma 8-bis, del d.P.R. n. 322 del 1998 e quale unica soluzione possibile stante la preclusione di ogni azione di rimborso dopo il pagamento della stessa cartella, non potendo lo stesso contribuente essere assoggettato ad oneri diversi e più gravosi di quelli che, per legge, devono restare a suo carico, in conformità con i principi costituzionali della capacità contributiva e della oggettiva correttezza dell'azione amministrativa.
Questa massima evidenzia l'importanza della correttezza fiscale e dei diritti dei contribuenti. La Corte, affermando l'emendabilità della dichiarazione, ribadisce che i contribuenti non possono essere gravati da oneri superiori a quelli previsti dalla legge, in linea con i principi di capacità contributiva e correttezza dell'azione amministrativa.
In conclusione, l'ordinanza in esame rappresenta un passo avanti nel garantire un sistema fiscale più equo e giusto, dove la possibilità di correggere errori non deve essere ostacolata da termini decadenziali rigidi. La Corte di Cassazione, con questa decisione, riafferma il principio secondo cui la giustizia fiscale deve prevalere e i diritti dei contribuenti devono essere tutelati.