La recente ordinanza n. 22257 del 6 agosto 2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per il diritto tributario: l'utilizzabilità delle informazioni riservate provenienti da autorità straniere nell'ambito degli accertamenti fiscali in materia di IVA. Questa sentenza offre importanti chiarimenti riguardo ai diritti e ai doveri dei contribuenti, nonché alle modalità di accertamento da parte dell'Amministrazione finanziaria.
La Corte di Cassazione, in questo caso, ha confermato la possibilità di utilizzare, ai fini dell'accertamento IVA, le informazioni scambiate tra le autorità fiscali degli Stati membri dell'Unione Europea, come previsto dal Regolamento CE n. 1798 del 2003, ora confluito nel Regolamento UE n. 904 del 2010. Questo aspetto è di fondamentale importanza, poiché implica che tali informazioni, anche se coperte da segreto d'ufficio, hanno un'efficacia probatoria diretta.
Avviso di accertamento - Informazioni riservate provenienti da autorità straniera - Utilizzabilità - Condizioni - Prova contraria - Onere del contribuente. Nell'ambito degli accertamenti fiscali in materia di IVA, le informazioni coperte dal segreto d'ufficio, scambiate dalle autorità competenti ai sensi del Reg. CE n. 1798 del 2003, confluito nel Reg. UE n. 904 del 2010, sono utilizzabili in virtù dell'efficacia probatoria loro direttamente riconosciuta dalla predetta normativa, anche se sono richiamate soltanto per estratto, ex artt. 42 e 56 dei rispettivi regolamenti, spettando al contribuente che le contesti l'onere di fornire la prova contraria.
Questa decisione della Corte di Cassazione non solo chiarisce la possibilità per l'Amministrazione finanziaria di avvalersi di informazioni internazionali, ma pone anche un importante onere a carico dei contribuenti. Infatti, chiunque desideri contestare l'accertamento deve essere in grado di fornire prove contrarie, dimostrando l'erroneità delle informazioni utilizzate dall'Amministrazione. Questo aspetto è cruciale in un contesto in cui la trasparenza e la cooperazione fiscale sono sempre più al centro delle politiche europee.
In conclusione, l'ordinanza n. 22257 del 2024 rappresenta un passo significativo verso una maggiore integrazione e cooperazione tra le autorità fiscali europee. Il riconoscimento dell'utilizzabilità delle informazioni riservate pone nuove sfide per i contribuenti, che devono essere pronti a difendersi con prove adeguate. Questa sentenza, quindi, non solo chiarisce le norme vigenti, ma invita anche a un ripensamento delle strategie di difesa fiscale nell'era della globalizzazione.