La fine di un matrimonio porta con sé interrogativi complessi e delicati, soprattutto riguardo agli equilibri economici futuri. Una delle domande più frequenti riguarda il diritto a percepire o il dovere di corrispondere un assegno divorzile. Comprendere i presupposti e i criteri che regolano questo istituto è fondamentale per affrontare il percorso del divorzio con consapevolezza e serenità. In qualità di avvocato divorzista a Milano, l'avv. Marco Bianucci assiste i propri clienti nell'analisi approfondita di ogni singola situazione, garantendo una tutela basata sulla normativa vigente e sugli orientamenti giurisprudenziali più recenti.
Per lungo tempo, il criterio principale per il riconoscimento dell'assegno divorzile è stato il mantenimento del “tenore di vita” goduto durante il matrimonio. Questo paradigma è stato superato da una fondamentale sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n. 18287/2018), che ha introdotto un approccio più complesso e articolato. Oggi, l'assegno non ha più una funzione meramente assistenziale, ma assume una natura composita, che bilancia diverse esigenze.
La valutazione del giudice si basa su un'analisi approfondita della situazione patrimoniale e personale degli ex coniugi. L'assegno viene riconosciuto solo se il richiedente non dispone di mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive. I criteri determinanti sono:
1. La funzione assistenziale: Interviene quando uno dei due coniugi si trova in una condizione di oggettiva debolezza economica, non per sua colpa, e necessita di un sostegno per garantirsi un'esistenza dignitosa.
2. La funzione compensativa: È il cuore della nuova interpretazione. L'assegno serve a compensare il coniuge economicamente più debole per i sacrifici professionali e personali fatti durante il matrimonio, che hanno contribuito alla formazione del patrimonio comune e alla carriera dell'altro coniuge. Si considerano, ad esempio, la rinuncia a opportunità lavorative per dedicarsi alla famiglia e alla cura dei figli.
3. La funzione perequativa: Mira a riequilibrare le posizioni economiche dei coniugi, tenendo conto della durata del matrimonio, dell'età del richiedente e del suo stato di salute. Un matrimonio di lunga durata, durante il quale si è consolidato un notevole patrimonio familiare grazie al contributo di entrambi, avrà un peso significativo nella determinazione dell'assegno.
Comprendere quale funzione dell'assegno prevalga nel proprio caso specifico richiede un'analisi dettagliata e strategica. L'approccio dell'avv. Marco Bianucci, avvocato divorzista a Milano, si concentra sull'esame approfondito di ogni elemento rilevante: dalla ricostruzione del patrimonio familiare alla valutazione dei contributi, anche non economici, forniti da ciascun coniuge alla vita matrimoniale. L'obiettivo non è solo ottenere un assegno, ma garantire che il suo importo rifletta equamente i sacrifici fatti e le aspettative create durante l'unione, in linea con i principi stabiliti dalla Cassazione. Una difesa efficace si basa sulla capacità di documentare e argomentare in modo convincente il ruolo avuto nella costruzione del benessere familiare.
Il diritto all'assegno divorzile cessa automaticamente se il beneficiario contrae nuove nozze. Può essere revocato o modificato anche nel caso in cui il beneficiario intraprenda una convivenza stabile e continuativa (more uxorio) o nel caso di un significativo miglioramento delle sue condizioni economiche o di un peggioramento di quelle dell'obbligato.
Non esiste una formula matematica. Il calcolo è un processo complesso che il giudice effettua caso per caso, ponderando numerosi fattori: la durata del matrimonio, le condizioni economiche dei coniugi, l'età e lo stato di salute del richiedente, il suo contributo personale ed economico alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune.
No, non necessariamente. L'assegno può essere concesso a tempo indeterminato, ma le condizioni possono essere riviste in qualsiasi momento qualora mutino le circostanze economiche di uno degli ex coniugi. In alcuni casi, soprattutto per matrimoni di breve durata o quando il coniuge richiedente è giovane e in grado di lavorare, il giudice può disporre un assegno una tantum, ovvero una somma versata in un'unica soluzione che estingue ogni pretesa futura.
La funzione compensativa riconosce un valore economico al lavoro casalingo e alla cura della famiglia. Serve a ripagare il coniuge che ha sacrificato le proprie ambizioni professionali per permettere all'altro di fare carriera, contribuendo così in modo indiretto alla crescita del patrimonio familiare. È un principio di equità che guarda al passato per bilanciare il futuro.
La determinazione dell'assegno divorzile è una delle fasi più complesse e delicate della fine di un matrimonio. Affidarsi a un professionista con consolidata esperienza in materia è essenziale per tutelare i propri diritti e raggiungere un equilibrio equo. Se sta affrontando un divorzio e desidera una consulenza chiara e approfondita sulla sua posizione, contatti lo Studio Legale Bianucci a Milano. L'avv. Marco Bianucci analizzerà la sua situazione per definire la strategia più adeguata a proteggere i suoi interessi.