La Suprema Corte, con la decisione n. 13808/2024 (dep. 2025), afferma che il deposito dell’elezione o dichiarazione di domicilio può dirsi assolto anche mediante un richiamo espresso a un precedente atto già presente in fascicolo. Analizziamo il significato pratico, i riflessi sull’inammissibilità e i contrasti giurisprudenziali.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 9802/2025, chiarisce un aspetto cruciale dell'aggravante per maltrattamenti in famiglia in presenza di minori: non è necessaria la visione diretta delle violenze, ma basta la percezione indiretta. Un'analisi approfondita per comprendere meglio la tutela dei più vulnerabili.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9231 del 2024, ridefinisce i confini dell'aggravante per il reato di lenocinio commesso "ai danni di più persone", stabilendo che non è necessaria la compressione della libertà di autodeterminazione delle vittime, anche se consenzienti all'esercizio della prostituzione. Un'analisi cruciale per comprendere la tutela della moralità pubblica e l'adattamento della legge ai nuovi scenari di sfruttamento, in particolare quelli online.
La Suprema Corte, con la sentenza n. 13783/2024 (dep. 08.04.2025), torna a delineare confini e finalità della confisca per equivalente: misura di sicurezza dal duplice volto, recuperatorio e sanzionatorio, ma che diventa realmente punitiva solo se supera il profitto conseguito dal reo. Un’analisi chiara e operativa per professionisti e imprese.
La Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 13269/2024, chiarisce i limiti entro cui il giudice può fondare la pericolosità sociale su fatti non sfociati in condanna, imponendo un rigoroso onere di motivazione e fornendo indicazioni operative su come valutare procedimenti penali archiviati.