La decisione di sciogliere un'unione civile è un momento complesso, che intreccia aspetti emotivi e questioni legali di notevole importanza. Comprendere la procedura, i propri diritti e le differenze sostanziali rispetto al divorzio tra coniugi eterosessuali è il primo passo per affrontare questo percorso con consapevolezza e serenità. In qualità di avvocato familiarista a Milano, l'Avv. Marco Bianucci affianca le coppie in questa delicata fase, fornendo un supporto legale mirato a proteggere gli interessi di ciascuna parte e a definire un nuovo equilibrio in modo equo e trasparente.
Lo scioglimento dell'unione civile è regolato dalla Legge n. 76/2016, nota come Legge Cirinnà. La differenza più significativa rispetto al matrimonio è l'assenza della fase di separazione personale. Le parti possono procedere direttamente con la richiesta di scioglimento, a condizione che manifestino la volontà di terminare il legame, anche disgiuntamente, davanti all'ufficiale di stato civile. Trascorsi tre mesi da tale manifestazione di volontà, è possibile presentare il ricorso in tribunale. La procedura può seguire due percorsi distinti a seconda che vi sia o meno un accordo tra le parti.
Quando le parti raggiungono un accordo completo su tutte le condizioni, inclusi gli aspetti patrimoniali e l'eventuale assegno di mantenimento, possono presentare un ricorso congiunto. Questa via è notevolmente più rapida, meno conflittuale e meno onerosa. Il tribunale si limita a verificare la conformità dell'accordo alla legge e a ratificarlo con una sentenza, rendendo effettivo lo scioglimento dell'unione.
In assenza di un'intesa, una delle parti può presentare un ricorso giudiziale per avviare una causa legale. In questo scenario, sarà il giudice a decidere su tutte le questioni controverse, come l'attribuzione di un assegno, la divisione dei beni in comunione o l'assegnazione della casa familiare. Questo percorso è inevitabilmente più lungo e complesso, richiedendo un'assistenza legale strutturata per difendere le proprie ragioni in sede processuale.
Un aspetto cruciale dello scioglimento riguarda la regolamentazione dei rapporti patrimoniali. Se le parti avevano scelto il regime della comunione legale dei beni, si procederà alla sua divisione in parti uguali. Per quanto riguarda il mantenimento, la legge prevede la possibilità che una delle parti, quella economicamente più debole, possa ottenere un assegno periodico. I criteri per la sua determinazione sono simili a quelli dell'assegno divorzile: si valutano le condizioni economiche delle parti, la durata dell'unione, il contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale.
L'approccio dell'Avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, si concentra sull'analisi dettagliata della situazione specifica per individuare la strategia più efficace. L'obiettivo primario è favorire, ove possibile, una soluzione consensuale, che permette di ridurre i tempi, i costi e l'impatto emotivo del procedimento. Quando il dialogo non è percorribile, lo studio garantisce una difesa ferma e rigorosa in sede giudiziale, tutelando i diritti patrimoniali e personali del cliente con la massima determinazione. Ogni caso viene gestito con un approccio personalizzato, volto a raggiungere il miglior risultato possibile nel rispetto della sensibilità della situazione.
I tempi variano significativamente. Con una procedura consensuale, lo scioglimento può concludersi in pochi mesi. In caso di procedura giudiziale, invece, i tempi possono estendersi notevolmente, anche oltre un anno, a seconda della complessità del caso e del carico di lavoro del tribunale competente.
No, questa è la principale differenza con il divorzio. Non è prevista una fase di separazione legale. È sufficiente manifestare la volontà di sciogliere l'unione all'ufficiale di stato civile e, dopo tre mesi, si può procedere con il ricorso in tribunale.
Non esiste una formula matematica. Il giudice valuta diversi fattori: la disparità di reddito tra le parti, la durata dell'unione, il contributo di ciascuno alla vita comune e al patrimonio, e le ragioni oggettive che hanno portato alla debolezza economica di una delle parti. L'obiettivo è garantire un sostegno a chi non ha mezzi adeguati per mantenersi.
Se la casa è di proprietà comune, verrà divisa o venduta. Se è di proprietà di una sola parte, l'altra dovrà lasciarla, salvo che il giudice, in presenza di particolari condizioni di debolezza, decida diversamente. La valutazione tiene conto della situazione economica e delle necessità di entrambe le parti.
Affrontare lo scioglimento di un'unione civile richiede una guida legale chiara e competente. Per comprendere appieno i suoi diritti e le opzioni a sua disposizione, è fondamentale ricevere un parere professionale basato sulla sua situazione specifica. Contatti lo Studio Legale Bianucci, con sede a Milano in Via Alberto da Giussano 26, per richiedere una consulenza con un avvocato esperto e definire la strategia più adeguata a proteggere il suo futuro.