Avv. Marco Bianucci

Avv. Marco Bianucci

Avvocato Penalista

Figli Maggiorenni e Mantenimento: Un Equilibrio Complesso

L'obbligo di mantenere un figlio non cessa automaticamente al compimento dei diciotto anni, ma prosegue fino al raggiungimento di una sua effettiva indipendenza economica. Tuttavia, questa responsabilità genitoriale non può trasformarsi in un vincolo a tempo indeterminato, soprattutto quando il figlio, pur avendone le capacità, non si impegna attivamente nella ricerca di un'occupazione. Comprendiamo la frustrazione e la complessità emotiva di un genitore che si trova in questa situazione. In qualità di avvocato familiarista a Milano, l'Avv. Marco Bianucci affronta questi casi con un approccio che bilancia la tutela dei diritti e la promozione della responsabilità individuale.

L'Obbligo di Mantenimento Oltre i 18 Anni: Cosa Dice la Legge

La giurisprudenza italiana, in particolare quella della Corte di Cassazione, ha chiarito i confini dell'obbligo di mantenimento per i figli maggiorenni. Il diritto del figlio a essere mantenuto si basa sul presupposto che la mancata indipendenza economica non sia a lui imputabile. La legge introduce il cosiddetto principio di auto-responsabilità: superata una certa età, che orientativamente si colloca intorno ai 30-35 anni a seconda del percorso di studi, il figlio ha l'onere di dimostrare di essersi attivamente adoperato per trovare un'occupazione consona alle sue aspirazioni e competenze. Se il figlio maggiorenne manifesta un'inerzia colpevole, rifiutando ingiustificatamente opportunità lavorative o non impegnandosi nella ricerca, il genitore può legittimamente chiedere al tribunale la revoca o una riduzione dell'assegno.

L'Approccio dello Studio Legale Bianucci alla Revoca del Mantenimento

Affrontare una richiesta di revoca del mantenimento richiede una strategia legale precisa e basata su prove concrete. L'approccio dell'Avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, si concentra su un'analisi dettagliata e fattuale della situazione. Il primo passo consiste nel raccogliere tutti gli elementi necessari a dimostrare la negligenza del figlio nel percorso di inserimento lavorativo. Questo include la valutazione del suo percorso formativo, delle opportunità di lavoro che gli sono state offerte e dei suoi eventuali rifiuti ingiustificati. L'obiettivo è presentare al giudice un quadro chiaro che giustifichi una modifica delle condizioni, proteggendo il genitore da un onere economico non più dovuto e stimolando il figlio ad assumersi le proprie responsabilità.

Domande Frequenti

Fino a che età devo mantenere mio figlio maggiorenne?

Non esiste un'età anagrafica precisa stabilita dalla legge. Il criterio è il raggiungimento dell'indipendenza economica o, in alternativa, il momento in cui la mancata indipendenza è dovuta a colpa del figlio. La giurisprudenza tende a essere meno protettiva con l'aumentare dell'età, ma ogni caso viene valutato singolarmente dal giudice in base alle circostanze specifiche.

Cosa significa che mio figlio è 'colpevolmente' disoccupato?

Significa che la sua condizione di disoccupazione non deriva da fattori oggettivi del mercato del lavoro, ma da una sua personale inerzia o da scelte non giustificate. Esempi includono il rifiuto di offerte di lavoro congrue al proprio percorso di studi, l'abbandono ingiustificato degli studi, o una generale passività nella ricerca di un'impiego. L'onere della prova di questa colpevolezza spetta al genitore che chiede la revoca.

Quali prove devo presentare al giudice per la revoca del mantenimento?

Le prove possono essere di varia natura: comunicazioni scritte (email, messaggi) in cui il figlio rifiuta offerte di lavoro, testimonianze di terzi a conoscenza di tali offerte, documentazione che attesti l'iscrizione a centri per l'impiego senza un'effettiva ricerca attiva, o la prova che il figlio svolge un lavoro non dichiarato. Una consulenza legale è fondamentale per individuare le prove più efficaci per il suo caso.

Posso smettere di pagare il mantenimento senza l'autorizzazione del tribunale?

Assolutamente no. Interrompere autonomamente il versamento dell'assegno di mantenimento, anche se si ritiene di averne diritto, costituisce un illecito. Si rischia non solo un'azione per il recupero delle somme non versate, ma anche una denuncia per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare. È indispensabile ottenere un provvedimento del giudice che modifichi o revochi l'obbligo.

Valutazione del Suo Caso a Milano

Se ritiene che la situazione di suo figlio maggiorenne non giustifichi più il versamento di un assegno di mantenimento, è fondamentale agire in modo informato e strategico. L'Avv. Marco Bianucci offre una consulenza mirata per analizzare la sua specifica situazione e valutare la sussistenza dei presupposti per un'azione legale. Contatti lo Studio Legale Bianucci, con sede a Milano in via Alberto da Giussano 26, per discutere il suo caso e definire il percorso più adeguato a tutelare i suoi diritti.

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