Avv. Marco Bianucci

Avv. Marco Bianucci

Avvocato Penalista

Il dubbio sulla paternità e le sue conseguenze

Affrontare il dubbio sulla paternità di un figlio è un'esperienza emotivamente complessa e delicata, che solleva interrogativi profondi sia sul piano personale che legale. Comprendere se e come sia possibile agire per far accertare la verità biologica è un diritto fondamentale, tutelato dalla legge attraverso l'azione di disconoscimento di paternità. Questa procedura legale consente di rimuovere lo status di figlio legittimo acquisito con la nascita durante il matrimonio, con importanti conseguenze sui doveri genitoriali, incluso l'obbligo di mantenimento. In situazioni così complesse, l'assistenza di un avvocato familiarista a Milano come l'avv. Marco Bianucci è cruciale per navigare il percorso legale con chiarezza, strategia e tutela dei propri diritti.

L'Azione di Disconoscimento di Paternità: il Quadro Normativo

L'azione di disconoscimento di paternità è disciplinata dal Codice Civile italiano e rappresenta lo strumento giuridico per contestare il rapporto di filiazione. La legge presume che il marito della madre sia il padre del figlio concepito o nato durante il matrimonio. Tuttavia, questa presunzione può essere superata fornendo la prova che non sussiste un legame biologico. La prova regina in questi procedimenti è senza dubbio il test del DNA, il cui esito ha un valore probatorio quasi assoluto. È fondamentale agire entro termini di decadenza molto stringenti, che variano a seconda di chi promuove l'azione (il presunto padre, la madre o il figlio stesso) e delle circostanze specifiche, come la scoperta dell'adulterio o la consapevolezza di una propria impotenza al tempo del concepimento. Ignorare queste scadenze può comportare l'impossibilità di procedere, consolidando definitivamente uno status non veritiero.

Chi può avviare l'azione e quali sono i termini?

La legge identifica tre soggetti legittimati a promuovere l'azione di disconoscimento. Il presunto padre deve agire entro il termine di un anno, che decorre dal giorno della nascita se si trovava nel luogo di residenza della famiglia, o dal giorno del suo ritorno se era lontano. Se invece prova di non aver avuto notizia della nascita, il termine decorre da quel momento. In caso di scoperta di impotenza o di adulterio della moglie, l'anno decorre dalla scoperta stessa. Anche la madre può avviare l'azione entro sei mesi dalla nascita del figlio. Infine, l'azione può essere promossa dal figlio maggiorenne ed è per lui imprescrittibile, ovvero non soggetta a scadenze.

L'Approccio dello Studio Legale Bianucci a Milano

L'approccio dell'avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano, si fonda su un'analisi strategica e personalizzata del caso. Ogni situazione legata al disconoscimento di paternità è unica e richiede una valutazione attenta dei presupposti legali, dei termini per agire e delle prove disponibili. Lo studio fornisce un'assistenza completa che inizia con una consulenza approfondita per comprendere le circostanze specifiche e definire la migliore linea d'azione. L'avv. Bianucci guida il cliente attraverso ogni fase del procedimento, dalla redazione dell'atto introduttivo alla gestione delle prove, con un'attenzione particolare alle delicate dinamiche relative all'esame del DNA, assicurando che ogni passo sia compiuto nel pieno rispetto della normativa e a tutela degli interessi del cliente. L'obiettivo è ottenere una sentenza che ristabilisca la verità biologica e regoli le conseguenze patrimoniali, come la revoca dell'obbligo di mantenimento.

Domande Frequenti

Quanto tempo ho per avviare un'azione di disconoscimento di paternità?

Per il presunto padre, il termine è di un anno. La decorrenza di questo anno, tuttavia, dipende da diverse circostanze: dalla data di nascita, dal suo ritorno al luogo di residenza familiare, o dalla data in cui ha scoperto l'adulterio della moglie o la propria impotenza. Per la madre, il termine è di sei mesi dalla nascita. Per il figlio, l'azione non ha termini di scadenza e può essere avviata in qualsiasi momento una volta raggiunta la maggiore età.

Il test del DNA è sufficiente per disconoscere un figlio?

Sì, la prova genetica o ematologica (test del DNA) è considerata la prova principale e quasi decisiva nel giudizio di disconoscimento. Se l'esame scientifico dimostra con certezza che non esiste legame biologico tra il presunto padre e il figlio, il giudice accoglierà quasi certamente la domanda, a condizione che l'azione sia stata avviata nel rispetto dei termini di legge.

Cosa succede all'assegno di mantenimento dopo il disconoscimento?

Con la sentenza che accoglie la domanda di disconoscimento, viene meno ogni dovere genitoriale del padre legale, incluso l'obbligo di versare l'assegno di mantenimento. La sentenza ha effetto retroattivo, ma la giurisprudenza prevalente tende a non ammettere la restituzione delle somme già versate, salvo casi eccezionali, considerandole irripetibili in quanto destinate a soddisfare le esigenze di vita del minore.

Posso obbligare l'altra parte a sottoporsi al test del DNA?

Nessuno può essere costretto fisicamente a sottoporsi a un prelievo biologico. Tuttavia, il rifiuto ingiustificato di sottoporsi al test del DNA, sia da parte della madre per il figlio minore, sia da parte del figlio maggiorenne, viene considerato dal giudice come un comportamento valutabile. Questo rifiuto può essere interpretato come un forte indizio a favore di chi ha richiesto l'esame, fino a diventare una prova sufficiente per accogliere la domanda di disconoscimento.

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Se nutre dubbi sulla sua paternità o si trova coinvolto in un'azione di stato, è essenziale agire tempestivamente e con la giusta guida legale. Una consulenza qualificata può fare la differenza nel proteggere i suoi diritti e nel fare chiarezza sulla sua situazione familiare e giuridica. L'avv. Marco Bianucci, con consolidata esperienza in diritto di famiglia, offre assistenza legale a Milano per affrontare il percorso del disconoscimento di paternità con competenza e riservatezza. Contatti lo studio legale in Via Alberto da Giussano, 26 per fissare un appuntamento e ricevere una valutazione strategica del suo caso.

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