La crescita di un'impresa è il risultato di investimenti, strategie e sacrifici. Vedere questo patrimonio minacciato da pratiche commerciali illecite, come lo storno sistematico di dipendenti chiave o campagne di denigrazione, può essere profondamente frustrante e dannoso. La concorrenza è un elemento sano del mercato, ma solo quando si svolge nel rispetto delle regole di correttezza professionale. Quando questi limiti vengono superati, la legge offre strumenti concreti per proteggere la vostra attività e ottenere un giusto ristoro per i pregiudizi subiti. In qualità di avvocato esperto in risarcimento danni a Milano, l'avv. Marco Bianucci affianca le aziende per difenderne il valore e la reputazione.
L'ordinamento italiano definisce e sanziona gli atti di concorrenza sleale principalmente attraverso l'articolo 2598 del Codice Civile. Questa norma vieta tutti i comportamenti che non sono conformi ai principi della correttezza professionale e che sono idonei a danneggiare l'altrui azienda. La giurisprudenza ha poi delineato con precisione diverse fattispecie, tra cui le più comuni sono lo storno di dipendenti, la denigrazione commerciale e l'imitazione servile, che rappresentano aggressioni dirette al patrimonio aziendale, sia materiale che immateriale.
Sottrarre dipendenti a un'impresa concorrente non è di per sé un atto illecito. Diventa però un atto di concorrenza sleale quando viene realizzato con modalità tali da ledere l'azienda concorrente, ad esempio attraverso un'azione sistematica e pianificata volta a disgregare l'organizzazione aziendale altrui. L'elemento che qualifica l'illecito è il cosiddetto animus nocendi, ovvero l'intenzione di danneggiare il competitor, privandolo di figure professionali strategiche e del know-how che esse detengono, al fine di avvantaggiarsene sul mercato.
Questa pratica consiste nel diffondere notizie e apprezzamenti sui prodotti o sull'attività di un concorrente che possano screditarlo agli occhi del pubblico e della clientela. La denigrazione può avvenire in modo diretto, con critiche esplicite e non veritiere, o indiretto, insinuando dubbi sulla qualità, l'affidabilità o l'etica professionale del competitor. Si tratta di un attacco diretto alla reputazione commerciale, un bene immateriale di fondamentale importanza per il successo di qualsiasi impresa.
Un'altra forma di concorrenza sleale si manifesta quando un'impresa imita in modo pedissequo i prodotti di un concorrente, generando confusione nel consumatore. L'illecito non riguarda la semplice ispirazione, ma la riproduzione di quelle caratteristiche esteriori e non necessarie del prodotto che lo rendono immediatamente riconoscibile sul mercato. L'obiettivo è appropriarsi indebitamente della notorietà e dell'avviamento costruiti da altri, ingannando di fatto la clientela.
L'approccio dell'avv. Marco Bianucci, avvocato esperto in risarcimento danni a Milano, si fonda su un'analisi rigorosa del caso per costruire una strategia legale solida e su misura. La tutela si articola tipicamente su due fronti paralleli: l'azione cautelare d'urgenza (inibitoria) per fermare immediatamente il comportamento lesivo e l'azione di merito per ottenere un congruo risarcimento di tutti i danni subiti. La difesa non si limita a contestare l'atto illecito, ma si concentra sulla quantificazione precisa del pregiudizio, che può essere di natura patrimoniale e non patrimoniale.
La fase di raccolta delle prove è cruciale. Lo studio si occupa di reperire e organizzare ogni elemento utile, come comunicazioni, testimonianze e documenti, avvalendosi anche di consulenti tecnici per perizie informatiche o economiche. L'obiettivo è dimostrare in modo inequivocabile il nesso causale tra la condotta sleale del concorrente e il danno subito dalla vostra azienda, che può includere il calo di fatturato (lucro cessante), i costi sostenuti (danno emergente) e il danno all'immagine e alla reputazione commerciale.
La prova può essere fornita attraverso una varietà di elementi. Per lo storno di dipendenti, sono utili le email di dimissioni seriali, le testimonianze di ex collaboratori o clienti. Per la denigrazione, si possono utilizzare registrazioni, screenshot di comunicazioni online o articoli di stampa. In generale, ogni documento che dimostri l'intento lesivo del concorrente è fondamentale.
È possibile richiedere il risarcimento per diverse voci di danno: la perdita di fatturato derivante dalla fuoriuscita delle figure chiave, i costi sostenuti per la ricerca e la formazione di nuovo personale, la perdita di know-how e, non da ultimo, il danno all'organizzazione aziendale, che rappresenta un valore economico in sé.
Il diritto al risarcimento del danno derivante da un atto di concorrenza sleale si prescrive, di norma, in cinque anni. Il termine decorre dal giorno in cui l'atto illecito è stato compiuto o, in caso di danno continuativo, dal giorno in cui si è manifestato l'ultimo effetto lesivo.
L'inibitoria è un provvedimento d'urgenza emesso dal tribunale che ordina al concorrente di cessare immediatamente la condotta illecita. È uno strumento molto efficace perché permette di bloccare il comportamento dannoso in tempi brevi, in attesa che si concluda il giudizio di merito per la quantificazione del risarcimento del danno.
Subire un atto di concorrenza sleale richiede una reazione tempestiva e strategica per limitare i danni e ripristinare la correttezza del mercato. Affidarsi a un professionista con consolidata esperienza in materia è il primo passo per tutelare efficacemente i propri diritti e il valore della propria impresa. L'avv. Marco Bianucci offre una consulenza mirata per analizzare la specifica situazione e delineare il percorso legale più adeguato.
Per una valutazione approfondita del vostro caso, contattate lo Studio Legale Bianucci, con sede a Milano in Via Alberto da Giussano, 26. Sarà possibile definire insieme la migliore strategia per proteggere la vostra attività e ottenere il giusto risarcimento per il pregiudizio subito.